Creval ha archiviato i primi nove mesi del 2020 con un margine di intermediazione pari a 435,6 milioni (-6,3% a/a).
Il margine di interesse è sceso a 251 milioni (-4,5%), mentre le commissioni nette sono calate a 169 milioni (-9,1%). I ricavi da trading hanno registrato un saldo netto positivo di 1,7 milioni (-75,5% rispetto al periodo di confronto).
Dopo oneri operativi scesi a 299,2 milioni (-9% a/a), il risultato lordo di gestione si è fissato a 136,4 milioni (-0,1% su base annua).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 65,6 milioni (+96% a/a), grazie a rettifiche su crediti in forte calo a 86 milioni (-33,5% su base annua; la voce include un aggiornamento delle ipotesi macroeconomiche connesse al all’applicazione dell’IFRS 9) e la plusvalenza da 33,5 milioni legata alla cessione del ramo di attività del credito su pegno.
A livello patrimoniale, al 30 settembre 2020 gli impieghi alla clientela restano stabili a 19,5 miliardi (+0,1% rispetto a fine 2019), mentre la raccolta diretta da clientela cala a 17,4 miliardi (-8,4% rispetto al 31 dicembre 2019).
I crediti deteriorati netti al 30 giugno 2020 sono pari a 545 milioni (-25,7% rispetto a fine 2019), al cui interno le sofferenze ammontano a 120 milioni e le inadempienze probabili a 395 milioni.
Sul fronte della solidità patrimoniale, a fine giugno il CET1 si fissa al 17,2% (15,50% al 31 dicembre 2019).
Nell’ambito del contesto di incertezza legato al Covid-19, la banca, nell’ultima parte dell’anno, proseguirà nell’implementazione delle linee guida di piano focalizzandosi sulla qualità dell’attivo e sull’efficienza operativa, confermando al contempo un’elevata posizione di capitale e di liquidità.