Irce – Gli effetti del Covid-19 si abbattono sui conti, che si tingono di rosso

Il giro d’affari di Irce a fine giugno scende del 20% a 136,7 milioni in quanto la contrazione della domanda iniziata nel 2019 è stata accentuata nel secondo trimestre 2020 causa effetti Coronavirus. L’Ebitda è così quasi dimezzato a 2,6 milioni, mentre l’Ebit passa da un utile di 1,9 milioni ad una perdita di 1 milione circa ed il rosso compare anche nell’ultima riga: perdita di 0,4 milioni a giugno 2020 rispetto ai 2,6 milioni di utile di un anno prima. Nonostante ciò il Management prevede un recupero del fatturato nel secondo semestre, in virtù della ripresa della domanda, ed un risultato operativo in miglioramento.

Modello di Business

Il gruppo Irce opera nel settore dei conduttori per avvolgimento e cavi elettrici. I conduttori per avvolgimento di macchine elettriche vengono utilizzati in molteplici applicazioni quali motori e generatori elettrici, trasformatori, induttanze e relais. Trovano applicazione principalmente nella trasformazione di energia elettrica in meccanica e viceversa, nella modifica dei parametri energetici e nella trasformazione e controllo di altri tipi di energia.

I cavi isolati per il trasposto di energia trovano invece utilizzo nelle realizzazioni di impianti elettrici di edifici civili e industriali e per l’alimentazione e il cablaggio di apparecchiature elettriche. I cavi prodotti dal gruppo comprendono una gamma completa di basso e medio voltaggio e possono essere isolati con PVC, gomma e polyethylene.

La produzione è dislocata in quattro stabilimenti in Italia e cinque all’estero. Il gruppo comprende anche quattro società commerciali di cui tre estere.

Conto Economico

Nella prima metà del 2020 i ricavi consolidati si sono fermati a 136,7 milioni in calo del 20% rispetto a fine giugno 2019 principalmente a seguito della contrazione dei volumi. La riduzione del fatturato, che aveva già interessato il 2019 a seguito  del calo della domanda, si è accentuata nel secondo trimestre per l’impatto degli effetti del Covid-19. Il fatturato, dedotta la componente metallo, segna una diminuzione del 20,6% a 30,9 milioni.

La negativa performance, seppure mitigata dalle azioni di contenimento dei costi, si è riflessa sui margini operativi, dove l’Ebitda segna una riduzione del 53% a 2,6 milioni, mentre l’Ebit si tinge di rosso per 1 milione circa, rispetto a 1,9 milioni di utile di fine giugno 2019.

Il periodo chiude con un deficit di 0,43 milioni, rispetto ai 2,6 milioni di utile di un anno prima, contabilizzati proventi finanziari netti, diminuiti a 0,7 milioni (1,4 milioni nel giugno 2019) principalmente per i minori proventi su derivati LME e interessi attivi dovuti al minor utilizzo del factoring della controllata Brasiliana, e imposte del periodo per 155 mila euro (645 mila euro al 30/6/19).

Breakdown Ricavi

Dalla disamina dei ricavi al netto della componente metallo (-21% a 30,9 milioni) emerge come il settore dei conduttori per avvolgimento, che rappresenta l’80% del totale, abbia registrato un calo delle vendite (-22% a 24,6 milioni) più importante rispetto a quello sul mercato dei cavi (-15% a 6,3 milioni). L’andamento dei conduttori per avvolgimento è riconducibile alla forte contrazione della domanda nel mercato automobilistico.

Stato Patrimoniale

Nel periodo in considerazione l’indebitamento finanziario netto si riduce dai 59,7 milioni di fine 2018 ai 38,5 milioni del giugno 2020, principalmente grazie alla diminuzione del capitale circolante netto.

Il calo del patrimonio netto tra fine 2019 a fine giugno 2020 è ascrivibile alla svalutazione del Real brasiliano (circa il 26% nei confronti dell’Euro), “che ha reso necessario aumentare di 10 milioni il valore negativo della riserva di conversione, relativa alla controllata brasiliana”.

Ratio

Il gruppo presenta una struttura finanziaria solida con un rapporto di leverage contenuto e pari a 0,45x nel 2018 e 0,32x sia nel 2019 sia nel primo semestre 2020.

Diversamente, gli indicatori economici e finanziari risentono della progressiva riduzione dei margini, determinata dalla contrazione della domanda a cui si sono aggiunti gli effetti del nuovo Coronavirus . Peggiora infatti l’indicatore della capacità di ripagamento del debito, passato da 3,99x del 2018 a 5,42x del 2019; 7,46x il dato al 30/6/20 annualizzato.

Analogo il discorso per l’indicatore del ritorno per gli azionisti, diminuito dal 4,5% del 2018 all’1,5% del 2019; non significativo invece il dato a fine giugno 2020 in ragione di un risultato netto negativo

Outlook

L’organo amministrativo prevede “un miglioramento della domanda nella seconda parte dell’anno, e stima un fatturato consolidato in recupero rispetto al primo semestre. Inoltre, grazie alle azioni di contenimento dei costi intraprese e in assenza di un peggioramenti determinato dalla pandemia, il gruppo prevede per l’esercizio 2020 un risultato operativo in miglioramento rispetto al primo semestre”.

Sul fronte dei numeri, Intesa Sanpaolo, nello studio del 23 settembre, ha ribassato le stime per l’esercizio in corso. Con riferimento alla top line, attesa a 270 milioni (311,9 milioni nel 2019), gli analisti hanno tenuto conto delle indicazioni del management e confermato le aspettative considerando che, nonostante l’attesa ripresa della domanda, storicamente la seconda metà dell’anno è solitamente più debole rispetto alla prima metà.

Riviste invece al ribasso le aspettative dei margini operativi. L’Ebitda è ora stimato a 6,2 milioni (7,4 milioni la precedente stima), mentre è attesa una perdita operativa per 0,8 milioni (utile per 0,1 milioni nelle precedenti stime) e una perdita netta di 1,3 milioni, dai 0,8 milioni stimati nel precedente report.

Gli analisti sottolineano che eventuali ulteriori imprevedibili sviluppi legati al Covid-19 potrebbero minare la fattibilità delle loro stime.

Borsa

Il titolo nel 2020 ha mostrato un trend discendente, accentuatosi a metà marzo quando ha toccato il minimo del periodo a 1,34 euro, complice anche il crollo delle borse causato dal nuovo Coronavirus. In seguito l’azione ha recuperato parte del terreno perso risalendo a fine agosto a 1,64 euro per poi ridiscendere portandosi oggi in area 1,4 euro.

Da inizio anno le quotazioni hanno perso il 20% a fronte di un +2% manifestato dal Ftse Star.