Nei primi nove mesi 2020 Prima Industrie ha registrato ricavi consolidati in calo del 23,9% a 233,4 milioni rispetto al pari periodo 2019, a causa principalmente dell’impatto della pandemia.
Su base geografica il fatturato del gruppo è diminuito in tutte le aree di riferimento, in particolare ha subito la flessione significativa in EMEA (-28,2%) attestandosi a 135 milioni con un’incidenza del 57,8% sui ricavi totali, nell’APAC è sceso del 33,4% a 27,9 milioni e nelle Americhe ha registrato perdite meno consistenti (-8,4%) a 70 ,4 milioni.
A livello di gestione operativa, l’Ebitda si attesta a 14,9 milioni, in contrazione del 47,6%, con un’incidenza sui ricavi al 6,4%. Al netto dei costi non ricorrenti, l’Ebitda adjusted risulta pari a 18,1 milioni e la marginalità sale a 7,8 per cento.
L’Ebit è negativo per 1,5 milioni, in forte calo rispetto a un importo positivo per 10,7 milioni, penalizzato dagli investimenti della BU Laser della divisione Prima Electo, degli ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali (7,9 milioni) e materiali (8,4 milioni). Escludendo i costi non ricorrenti, l’Ebit adjusted è positivo per 1,7 milioni (0,7% sul fatturato).
Al 30 settembre 2020 il risultato netto registra una perdita di 4,3 milioni contro un utile di 4 milioni del medesimo periodo 2019, mentre il deficit di pertinenza della capogruppo è negativo per 3,9 milioni.
Dal lato patrimoniale, rispetto a fine anno 2019 l’indebitamento finanziario netto sale a 123,6 milioni da 107,3 milioni
Nel periodo gennaio-settembre il Gruppo ha acquisito ordini, incluso l’after-sale service, per 220,4 milioni, in calo del 26,5% rispetto ai 299,9 milioni a fine settembre 2019.
Il portafoglio ordini consolidato, escluso l’after-sale service, ammonta invece a 127,7 milioni rispetto ai 153,4 milioni al 30 settembre dello scorso anno ma in lieve aumento rispetto ai 126 milioni di fine giugno 2020.