Banca Mediolanum ha archiviato i primi nove mesi del 2020 con un margine di intermediazione pari a 818,8 milioni (-4,3% su base annua) e con un un utile netto di 249,8 milioni (-12,3%).
“Sono molto soddisfatto dei risultati raggiunti da Banca Mediolanum nei primi nove mesi di questo anno. Le differenze nell’andamento del 2020 rispetto al 2019 sono infatti riconducibili prevalentemente a fattori esogeni al business. Mi riferisco, ad esempio, all’assenza del contributo della partecipazione di Mediobanca o ai maggiori interventi volti al risanamento del sistema bancario”.
È con queste parole che Massim Doris, Ad di Banca Mediolanum, ha commentato i conti dei primi nove mesi del 2020.
“Bisogna invece spostare lo sguardo allo sviluppo delle masse, in significativo aumento
rispetto a inizio anno. Risultati già estremamente positivi di per sé, che diventano ancor più rilevanti se consideriamo lo scenario della pandemia all’interno della quale li abbiamo conseguiti”, ha aggiunto il manager.
Il margine di intermediazione si è fissato a 818,8 milioni (-4,3% a/a), al cui interno le commissioni nette ricorrenti sono salite a 626,7 milioni (+2,1%), con quelle di gestione salite a 779,5 milioni (+2,5%) grazie alla crescita delle masse. Includendo quelle di performance, scese da 31,1 milioni a 10,9 milioni a causa dell’andamento negativo dei mercati soprattutto nei primi tre mesi, le commissioni nette totali si sono fissate a 637,7 milioni (-1,2%).
Il margine di interesse è cresciuto a 177,8 milioni (+1%), grazie all’aumento degli impieghi alla clientela, in particolare retail.
Per contro, la correzione dei mercati a livello globale per via della pandemia ha impattato in sulla valutazione degli investimenti al fair value (-10,9 milioni). È anche venuta meno la presenza dell’Equity Contribution a seguito della riclassifica a inizio anno della partecipazione in Mediobanca.
Dopo costi operativi lievemente aumentati a 449,4 milioni (+2,4%), il risultato lordo di gestione è stato pari a 369,4 milioni (-11,4%) e, dopo rettifiche su crediti salite a 14,1 milioni (+5,6%), il risultato netto di gestione è ammontato a 355,3 milioni (-12%) e l’utile netto a 249,8 milioni (-12,3%).
Dal lato patrimoniale, a fine settembre 2020 gli impieghi salgono a 57,8 miliardi (+12,3% rispetto al 31 dicembre 2019), supportati da maggiori crediti verso clienti (+15,9% a 28,5 miliardi rispetto a fine 2019).
In aumento la raccolta a 38,3 miliardi (+19,7% rispetto al 31 dicembre 2019), al cui interno la raccolta da clientela cresce a 28,4 miliardi (+19,1% rispetto a fine 2019).
Sul fronte della solidità patrimoniale, il CET1 al 31 giugno 2020 si fissa al 21,8% (19,5% al 31 dicembre 2019), raggiungendo i massimi storici a seguito della capitalizzazione del saldo del dividendo 2019 non distribuito in osservanza delle raccomandazioni di Banca d’Italia al sistema bancario.