Il Cda della multiutility emiliana ha approvato i risultati consolidati dei primi nove mesi 2020, con ricavi a 2.629 milioni, in calo del 17,6% rispetto a 3.190 milioni del pari periodo 2019.
Un andamento dovuto essenzialmente ad uno scenario energetico e climatico particolarmente sfavorevole.
L’Ebitda scende del 3,3% a 653 milioni (675 milioni nei 9M 2019). Escludendo il saldo netto di circa 30 milioni degli elementi non ricorrenti che hanno influenzato positivamente i primi nove mesi del 2019 e quelli del 2020, la voce risulterebbe in crescita dell’1,1%.
L’Ebit si contrae del 15,6% a 290 milioni (344 milioni nei 9M 2019). Escludendo gli elementi non ricorrenti, la voce risulterebbe in diminuzione del 4,8%.
L’utile netto di Gruppo attribuibile agli azionisti cala del 19,7% a 153 milioni (191 milioni nei 9M 2019). Escludendo gli elementi non ricorrenti, la voce risulterebbe in diminuzione del 6,9%.
Sul fronte patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto cifra in 2.915 milioni, in aumento di 209 milioni rispetto a 2.706 milioni di fine dicembre 2019. L’incremento è da ricondursi alla forte crescita degli investimenti, alle operazioni straordinarie di consolidamento e al peggioramento del capitale circolante netto, in seguito al ritardo degli incassi dei crediti commerciali dovuto al Covid-19 (+50 milioni).
Gli investimenti tecnici lordi realizzati nel periodo ammontano a 414 milioni in crescita del 27,9%, in linea con quanto previsto nel piano industriale. L’incremento è principalmente riconducibile alle azioni di repowering della centrale termoelettrica di Turbigo, all’espansione della rete di teleriscaldamento e alla costruzione e potenziamento degli impianti di trattamento rifiuti.