Il gruppo Cembre ha archiviato i primi nove mesi del 2020 con ricavi pari a 98,7 milioni, in calo del 10,6% principalmente a causa degli effetti della pandemia. Il dato del terzo trimestre evidenzia, invece, una lieve crescita dell’1,7% rispetto al terzo trimestre 2019.
A livello geografico, il 39,5% del fatturato è stato realizzato in Italia, il 47,5% nella restante parte d’Europa (+60 punti base) e il rimanente 13% (-60 punti base) al di fuori del continente europeo.
L’Ebitda si contrae del 15,9% a 24,1 milioni, con l’Ebitda margin al 24,4% (-135 punti base), un andamento che sconta, tra l’altro, l’aumento del peso dei costi del personale.
L’Ebit del periodo ammonta a 16 milioni, in calo del 25,4% e con un’incidenza sui ricavi pari al 16,2% (-320 punti base).
Il periodo si è chiuso con un utile netto in diminuzione del 28,5% a 11,9 milioni, corrispondenti al 12,1% (-300 punti base) delle vendite.
A livello patrimoniale, la posizione finanziaria netta è positiva per 3,7 milioni, ma in calo rispetto ai 5,6 milioni di disponibilità nette al 31 dicembre 2019.
Riguardo all’evoluzione prevedibile della gestione, l’Ad di Cembre, Giovanni Rosani, prevede che la società chiuderà l’esercizio 2020 con una contrazione dei ricavi e una conseguente diminuzione dei margini reddituali, nonostante la lieve ripresa del terzo trimestre.