Intesa Sanpaolo avrebbe in corso valutazioni per ridurre ulteriormente lo stock di crediti deteriorati.
Secondo rumor riportati da Il Sole 24 Ore, tra fine anno e i primi mesi del 2021 si potrebbe avere un quadro più chiaro.
L’ammontare dei crediti deteriorati lordi di Intesa Sanpaolo su base stand alone al 30 settembre 2020 si attesta a 29 miliardi (35,6 miliardi inclusa Ubi Banca).
Il Sole 24 Ore riprende alcune indiscrezioni riportate nei giorni scorsi da Bloomberg, secondo cui la banca starebbe facendo un ragionamento su un potenziale perimetro complessivo oggetto di cessione pari a 12 miliardi lordi.
Il quotidiano aggiunge che l’ammontare sarebbe ancora da fissare con precisione, aggiungendo che di suddetto potenziale ammontare, 5 miliardi sarebbero riferiti a Ubi Banca, da poco entrata nel perimetro del gruppo Intesa Sanpaolo, mentre la parte rimanente farebbe capo a Intesa Sanpaolo; operazione per cui sarebbe in corso una valutazione interna, anche sulle modalità di dismissione.
Il giornale ricorda che Carlo Messina, Ceo della banca, nel corso della conference call sui risultati dello scorso 4 novembre, ha spiegato che parte del badwill negativo generato dall’acquisizione di Ubi Banca, pari a 3,3 miliardi e superiore alle attese, nel quarto trimestre sarà utilizzato in parte per accantonamenti aggiuntivi così da aumentare la copertura e accelerare il deleveraging, senza costi per gli azionisti.
La riduzione dei crediti deteriorati è stata di 37 miliardi dal picco di settembre 2015 (di circa 23 miliardi escludendo la cessione dei crediti deteriorati a Intrum e Prelios) e di circa 24 miliardi dal dicembre 2017 (di circa 11 miliardi escludendo le operazioni Intrum e Prelios), realizzando già il 94% dell’obiettivo di riduzione previsto per l’intero quadriennio del piano di impresa 2018-2021.
I grafici seguenti illustrano la situazione dei crediti deteriorati della banca al 30 settembre 2020, sia su base stand alone che includendo Ubi Banca.