Poste Italiane ha archiviato i primi nove mesi del 2020 con ricavi in calo a 7.672 milioni (-5,2% a/a). Il risultato operativo è sceso a 1.244 milioni (-19,2%) e l’utile netto a 898 milioni (-17,1%).
I primi nove mesi del 2020 di Poste Italiane hanno registrato un calo di ricavi e margini, risentendo degli impatti legati al lockdown in conseguenza della pandemia da Covid-19. Tuttavia, nel corso del terzo trimestre si è registrato un recupero.
“Questo trimestre ha mostrato chiari segnali di ripresa, confermando la solidità del nostro
business model in tutti i settori. Il risultato operativo del terzo trimestre è cresciuto del 4,2%, al netto dei costi straordinari sostenuti per far fronte a questa emergenza imprevista, in aumento di un impressionante 10% anno su anno. La nostra strategia
si è rivelata corretta e ci ha aiutato a superare con successo questo sfidante momento”.
È con queste parole che Matteo Del Fante, Ceo di Poste Italiane, ha commentato i risultati dei primi nove mesi del 2020 e del terzo trimestre 2020.
“L’attività operativa è solida e la nostra attenzione alla disciplina dei costi ci offre ulteriore
flessibilità per affrontare potenziali difficoltà nei ricavi. La strategia digitale del gruppo e
l’efficace riorganizzazione aziendale sono importanti abilitatori nella realizzazione del nostro
piano.
“Gli importanti risultati di business raggiunti e la solida posizione patrimoniale ci consentono di confermare la nostra politica sui dividendi per il 2020, con la distribuzione a novembre dell’acconto sul dividendo, che incorpora la crescita annuale del 5% prevista nel piano strategico Deliver 2022”, ha aggiunto il manager.
I ricavi totali si sono fissati a a 7.672 milioni (-5,2%%; +0,8% a 2.589 milioni nel terzo trimestre), scontando gli impatti del lockdown legato all’emergenza da Covid-19.
Il settore dei servizi finanziari ha registrato un giro d’affari in calo a 3.707 milioni (-3,4%; -0,1% a 1.172 milioni nel terzo trimestre), con il lockdown che ha impattato sulle attività di consulenza sul risparmio postale, prodotti assicurativi, fondi comuni e distribuzione di prestiti personali e mutui, con il conseguente calo delle relative commissioni.
I ricavi generati dai servizi postali e commerciali sono scesi a 2.251 milioni (-11,9%; -2,7% a 779 milioni nel terzo trimestre), con il contributo positivo del comparto pacchi che ha solo in parte compensato il calo della corrispondenza.
Il settore assicurativo ha registrato una raccolta premi netta in diminuzione a 1.192 milioni (-2,2%; +7,1% a 454 milioni nel secondo trimestre); andamento che ha risentito del calo sia del ramo vita che del segmento danni.
I ricavi riferiti ai pagamenti digitali hanno toccato 522 milioni (+9,4%; +8,2% a 185 milioni nel terzo trimestre), sostenuti dall’aumento del numero dei pagamenti con le carte e dei volumi delle transazioni con carte, nonché dalla crescita dei ricavi delle telecomunicazioni.
I costi operativi sono scesi a 6.428 milioni (-1,8%; +0,1% a 2.111 milioni nel terzo trimestre), grazie alle azioni di efficienza strutturale poste in essere.
L’Ebit, pertanto, è diminuito a 1.244 milioni (-19,2%); +4,2% a 479 milioni nel terzo trimestre). Al netto delle componenti one-off, l’Ebit sarebbe stato pari a 1.010 milioni (-21,6%; +3,5% a 479 milioni nel terzo trimestre).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 898 milioni (-17,1%; +10,3% a 353 milioni nel terzo trimestre). Al netto delle componenti one-off, l’utile netto sarebbe stato pari a 751 milioni (-16,7%; +9% a 352 milioni nel terzo trimestre).
A fine settembre 2020, il totale delle masse gestite/amministrate dal gruppo ammonta a 556 miliardi (+20,3 miliardi rispetto al 31 dicembre 2019), a seguito di una maggiore raccolta netta totale pari a 11,2 miliardi, distribuita su tutte le classi di prodotto, e di un effetto positivo sui valori di mercato degli attivi per 9,1 miliardi.
Dal lato patrimoniale, la posizione finanziaria netta consolidata al 3o settembre 2019 è positiva per 5.299 milioni (liquidità netta per 5.667 milioni a fine 2019).
Sul fronte della solidità patrimoniale, al 30 settembre 2020 il Solvency II del gruppo Poste Vita si attesta al 250% (276% al 31 dicembre 2019), ben al di sopra dell’ambizione manageriale del 200% nell’arco di piano. Le misure transitorie forniscono un cuscinetto addizionale di ulteriori 36 p.p. per assorbire in futuro possibili volatilità del mercato.
Nelle ultime settimane, si sta assistendo a un’evoluzione della pandemia, con il numero dei
contagi in significativo aumento e con ripetuti interventi normativi da parte delle Istituzioni
nazionali atti ad arginare il diffondersi del virus.
Tale contesto contribuisce a condizionare lo scenario a breve termine nel quale si troverà a operare il gruppo nei prossimi mesi, rendendolo significativamente incerto e comportando difficoltà nella formulazione di previsioni realistiche sui risultati economico finanziari alla fine dell’anno.
In tale contesto il gruppo ha comunque mostrato resilienza nella capacità di generare cassa e risultati economici positivi ed elevata solidità patrimoniale.