Ieri il Senato ha approvato l’emendamento al Dl Covid, ora al vaglio della Camera, in cui si prevede che all’AGCOM venga dato il potere di avviare un’istruttoria per verificare potenziali distorsioni del pluralismo da parte di un soggetto attivo contemporaneamente nelle comunicazioni elettroniche e nel sistema integrato delle comunicazioni “anche attraverso partecipazioni in grado di determinare un’influenza notevole”.
Lo si apprende da Il Sole 24 Ore, secondo cui l’emendamento mira a coprire temporaneamente il vuoto normativo creato dalla sentenza della Corte di giustizia UE, che non conforme alle regole comunitarie il comma 11 dell’articolo 43 del Tusmar, scongelando di fatto la quota eccedente il 10% detenuta da Vivendi nel capitale di Mediaset.
Secondo quanto riporta da La Repubblica, Vivendi si starebbe rivolgendo alle autorità di Parigi per chiedere un sostegno contro i provvedimenti che il Governo italiano ha in corso di definizione, che potrebbero ostacolare il rafforzamento del gruppo francese nei settori media e Tlc in Italia.
Le autorità di Parigi, sempre secondo il quotidiano, avrebbero a loro volta sollecitato preventivamente la Commissione Europea per verificare, se e quando il provvedimento diventerà effettivo, la conformità alle norme europee.
Proprio un portavoce dell’UE, secondo quanto riporta Radiocor, ha spiegato che le misure che riguardano il settore dei media “devono essere proporzionate all’obiettivo tenendo conto degli sviluppi di mercato e degli andamenti globali del settore”.
Il tutto parlando a proposito del suddetto emendamento relativo alla protezione dei gruppi italiani del settore da acquisizioni di partecipazioni che possono provocare distorsioni al pluralismo dei media.
“Se diventerà legge la Commissione l’analizzerà per verificare il rispetto della legislazione europea”. La Commissione ha ribadito “la massima importanza del pluralismo dei media”.
Tornando all’emendamento, una volta ottenuto il via libera alla Camera, a breve potrebbe essere poi convertito in legge.