Fila ha chiuso i primi nove mesi del 2020 con ricavi consolidati in calo del 12% (-10,7% a parità di cambi) a 471,3 milioni rispetto ai 535,9 milioni del pari periodo 2019.
Il segmento Fine Art, Hobby & Digital ha registrato un incremento pari al 13,8% in termini di crescita organica grazie alle buone performance sul mercato nordamericano ed europeo. La divisione School & Office ha segnato invece un decremento del 19,6%, di cui circa il 60% riferito all’India e il Messico.
L’Ebitda normalizzato (al netto dell’effetto IFRS 16) si è attestato a 78,1 milioni, in calo dell’11,5% (-12,4% a cambi costanti), con una marginalità in lieve aumento al 16,6% (16,5% nei 9M 2019).
L’Ebit normalizzato è risultato pari a 53,2 milioni (-18,5% a/a) con un’incidenza sul fatturato in calo all’11,3% dal 12,2%. Il dato include ammortamenti e svalutazioni per 24,9 milioni e gli stanziamenti effettuati per coprire il maggior rischio svalutazione crediti a seguito degli effetti del Covid-19.
Il periodo si è chiuso con un utile netto di gruppo normalizzato in contrazione del 35,1% a 21,5 milioni, scontando i maggiori oneri finanziari legati agli effetti cambio negativi su operazioni finanziarie.
L’indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2020 (inclusivo dell’effetto IFRS 16) sale a 569 milioni da 498,2 milioni al 31 dicembre 2019, un andamento legato principalmente all’acquisizione di Arches per 43,6 milioni.
In merito all’evoluzione della gestione, il management segnala che sarà ancora influenzata dai fattori di instabilità dovuti alla pandemia. Il gruppo continuerà a monitorare l’evolversi della situazione al fine di minimizzarne gli impatti sociali ed economici.