Nei primi nove mesi del 2020 Landi Renzo ha consuntivato ricavi consolidati in calo del 28,2% a 99 milioni rispetto al pari periodo 2019.
Nel canale After Market le vendite sono diminuite del 35,8% a 51,2 milioni, a seguito della riduzione degli ordini da parte di distributori e installatori che hanno risentito degli effetti negativi della pandemia.
Dal lato geografico, l’83,8% dei ricavi del gruppo proviene dall’estero, di cui il 53,4% dall’area europea e il 30,4% da quella extra-europea.
In Italia, i ricavi sono diminuiti del 38,7% a 10,1 milioni, principalmente a causa del calo pari al 34,2% delle immatricolazioni di veicoli.
Nel resto d’Europa, il fatturato è sceso del 15,2% a 52,8 milioni, a seguito alla chiusura degli stabilimenti di alcune case automobilistiche. In controtendenza il terzo trimestre che ha registrato una ripresa dei ricavi grazie agli incentivi stanziati dalle autorità governative a sostegno dell’intera industria automobilistica.
Le vendite nel continente americano (11,4% sul fatturato) si attestano a 11,2 milioni, in calo del 50,7% rispetto ai primi nove mesi 2019. Riguardo ai mercati asiatici e al resto del Mondo (19% dei ricavi) emerge una contrazione del 29,1% a 18,8 milioni.
L’Ebitda adjusted al 30 settembre è pari a 4,4 milioni (18,1 milioni a fine settembre 2019) con il relativo margine che scende dal 14,1% al 4,4 per cento.
L’Ebit registra un deficit di 5,6 milioni rispetto al valore positivo di 8,2 milioni a fine settembre 2019.
Limitatamente al terzo trimestre si evidenzia una ripresa delle vendite (+9,1% rispetto al periodo luglio-settembre 2019) e dell’Ebitda adjusted, che torna positivo a 2,5 milioni, sostanzialmente in linea ai livelli del primo trimestre. L’incremento è dovuto principalmente al maggior numero di ordinativi da parte di case automobilistiche europee.
Landi Renzo ha chiuso il periodo con una perdita netta di Gruppo di 7,7 milioni rispetto all’utile di 3,2 milioni dell’anno precedente.
L’indebitamento finanziario netto al 30 settembre è salito a 86 milioni da 61,7 milioni al 31 dicembre 2019. Al netto degli effetti dell’IFRS 16 e del fair value degli strumenti finanziari derivati, il debito risulta pari a 80,5 milioni, dopo investimenti per 8,6 milioni.
Sulla base dei più recenti dati previsionali, il management stima che per l’anno in corso il fatturato si ridurrà di circa il 25% rispetto all’esercizio precedente e prevede un miglioramento dell’Ebitda rispetto ai primi nove mesi dell’anno, anche grazie alle importanti azioni di efficientamento gestionale.