Nei primi nove mesi del 2020 il gruppo Marr ha riportato ricavi pari a 835,4 milioni rispetto ai 1.270,1 milioni del corrispondente periodo del 2019.
Una dinamica che ha risentito del blocco delle attività turistiche e di ristorazione imposto dalle misure di contenimento della pandemia attuate in Italia a partire da fine febbraio al 18 maggio, oltre al blocco della mobilità tra regioni attivo fino al 3 giugno che ha penalizzato e ritardato la partenza della stagione turistica, la quale peraltro ha potuto contare per lo più solo sui flussi domestici.
L’Ebitda si è attestato a 33,2 milioni (103,6 milioni nei 9 mesi 2019) mentre l’Ebit è stato pari a 5,4 milioni (81,3 milioni nei 9 mesi 2019), in presenza di ammortamenti e accantonamenti/svalutazioni aumentati rispettivamente del 6,3 e del 45,1 per cento.
Il periodo in esame si è chiuso con un utile netto di 1,1 milioni (55,1 milioni nei 9 mesi 2019).
Sul fronte patrimoniale l’indebitamento finanziario netto si è fissato a 216,5 milioni, in aumento di 20,5 milioni rispetto a fine 2019.
Marr evidenzia che “il non inatteso livello di incertezza dovuto ad un significativo ritorno ad una situazione pandemica con i conseguenti interventi restrittivi decisi dal Governo, rafforza la necessità di una ancora maggiore attenzione alle dinamiche di mercato rendendo fondamentale il mantenimento dell’approccio integrato di MARR, già premiato dal trend registrato nel terzo trimestre”.
La società aggiunge che “le prospettive di medio-lungo periodo rimangono invariate nella convinzione che il mercato della ristorazione extradomestica, unito alla vocazione turistica del nostro Paese, tornerà ad essere premiato dalla ripresa dei flussi e conseguentemente dai consumi”.