Il Governo sembra intenzionato a portare avanti l’emendamento inserito nel Dl Covid che attribuisce all’AGCOM il potere di valutare operazioni di M&A nel settore media, nonostante il disappunto espresso da Vivendi attraverso due lettere inviate rispettivamente allo stesso esecutivo italiano e alla Commissione Europea.
Lo si apprende da Il Sole 24 Ore. L’emendamento consente all’AGCOM di avviare un’istruttoria di sei mesi su operazioni rilevanti riferite a soggetti attivi “contemporaneamente nei mercati delle comunicazioni elettroniche e nel sistema integrato delle comunicazioni (Sic), anche attraverso partecipazioni azionarie rilevanti”.
L’obiettivo del Governo è colmare il vuoto normativo creatosi dopo la sentenza dello scorso 3 settembre con la quale la Corte Europea ha giudicato non conformi alla normativa europea le regole previste dal Tusmar e dalla Legge Gasparri che vietano incroci azionari sensibili tra aziende Tlc e Media, scongelando di fatto la quota eccedente il 10% del capitale detenuta da Vivendi (che è anche socio di Tim) in Mediaset.
Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, nella lettera indirizzata al Governo Vivendi esprime l’opinione secondo cui “l’emendamento sia palesemente incompatibile con l’articolo 49 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea che protegge la libertà di stabilimento” e che “il legittimo esercizio dei diritti di voto di Vivendi come azionista di minoranza”, con il gruppo francese pronto a fare ricorso in sede europea.
Il quotidiano aggiunge che i contatti tra Mediaset e Vivendi per trovare una soluzione alla disputa in corso starebbe proseguendo, anche se la situazione resta in stand-by.