Azimut ha archiviato i primi nove mesi del 2020 riuscendo ad assorbire l’impatto sui mercati finanziari della diffusione del Covid-19, registrando ricavi per 728,5 milioni (+0,6% a/a) e un utile netto di 230,2 milioni (-6,6%), che consentono al gruppo di confermare il target di utile netto per fine anno.
“Il contesto complesso e incerto non ha frenato la crescita del gruppo che ha saputo conseguire nei mesi mesi solidi risultati, proiettandoci verso il raggiungimento dell’obiettivo di 300 milioni di utile netto per il 2020, in linea con le previsioni fatte ad inizio anno e confermate anche durante la pandemia”.
È con queste parole che Pietro Giuliani, presidente di Azimut, ha commentato i risultati dei primi nove mesi del 2020.
“La qualità del lavoro svolto congiuntamente dai nostri professionisti della gestione e della distribuzione ha permesso di recuperare quasi totalmente quanto perso in termini di
performance media ponderata netta ai clienti (dall’1/1/2019 +7%).
Con la stessa determinazione sono proseguiti i nostri progetti di crescita all’estero, in particolare negli Stati Uniti, dove la recente acquisizione del 55% di Sanctuary Wealth Group, società americana indipendente di wealth management che conta masse
gestite per circa 7 miliardi di dollari, ha portato le attività internazionali a rappresentare il 35% del patrimonio totale di gruppo.
Lo stesso impegno si è visto sul fronte degli alternative asset, dove continuiamo a proporre soluzioni altamente innovative capaci di generare valore nel tempo per i clienti.
Dopo i fondi AZ Eltif Ophelia e AZ Eltif Capital Solutions stiamo preparando altre due soluzioni conformi alla normativa dei Pir Alternativi”, ha aggiunto il manager.
Il totale ricavi si è attestato a 728,5 milioni (+0,6% a/a). Tutte le componenti sono risultate in crescita con l’eccezione delle commissioni variabili che, a causa dell’andamento dei mercati, sono scese a 62,3 milioni (-44,4%).
Le commissioni ricorrenti sono cresciute a 378,6 milioni (+4%), i ricavi assicurativi a 74,2 milioni (+53%) e gli altri ricavi a 19,7 milioni (+46,8%).
Il gruppo ha realizzato una stretta sui costi di acquisizione a 260,1 milioni (-8%), che ha permesso al margine lordo di salire a 468,4 milioni (+6,1%).
In aumento i costi operativi a 177 milioni (+9,2%), soprattutto per via delle nuove iniziative di sviluppo, con la componente relativa al personale a 81,9 milioni (+6,3%) e quella relativa agli altri costi a 95 milioni (+11,9%).
Sulla base di tali dinamiche il reddito operativo è cresciuto a 291,5 milioni (+4,3%),
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 230,2 milioni (-6,6%), a seguito di un maggiore carico fiscale.
Dal lato patrimoniale, al 30 settembre 2020 la posizione finanziaria netta risulta negativa per 76 milioni, in miglioramento rispetto agli 84 milioni di fine settembre 2019 (positiva per 73 milioni al 31 dicembre 2019). Nei 9 mesi sono stati pagati dividendi ordinari per circa 138 milioni cash, è stato completato un buy-back per circa 45 milioni e sono stati fatti investimenti per lo sviluppo per circa 87 milioni.
La voce include anche versamenti per circa 48 milioni per acconti d’imposta, bollo virtuale e riserve matematiche.