Salcef ha archiviato i primi nove mesi del 2020 con ricavi in crescita del 7% 235,3 milioni, nonostante la chiusura legata alla pandemia nei mesi di marzo e aprile. Il terzo trimestre ha segnato un +3% rispetto ai tre mesi precedenti e un +25% rispetto al primo trimestre 2020.
Dal lato operativo, l’Ebitda è aumentato del 17,6% a 57,1 milioni, con un Ebitda margin in miglioramento al 24,4% (+240 punti base), beneficiando prevalentemente della migliore redditività del core business.
Si segnala come nel periodo siano diminuiti i costi legati alle materie prime (-17,7% a 40,5 milioni), ma abbiano registrato un incremento gli oneri legati ai servizi (+8,6% a 96,2 milioni) e al personale (+22% a 49,3 milioni).
L’Ebit è salito del 10,4% a 41,1 milioni, con un’incidenza sui ricavi del 17,5% (+50 punti base), nonostante l’incremento degli ammortamenti da 11,2 milioni a 15,8.
Il periodo si è chiuso con un utile di 9,8 milioni, in calo del 60%, risentendo in particolare dei maggiori oneri finanziari che sono aumentati a 20,2 milioni dai 1,9 milioni al 30 settembre 2019.
Dal lato patrimoniale, la posizione finanziaria netta adjusted è positiva per 13,4 milioni, in peggioramento rispetto alle disponibilità liquide di 46,9 milioni al 31 dicembre 2019. L’impatto dei principi contabili IFRS 16 e 9 è negativo per 13,2 milioni e pertanto la disponibilità netta di cassa equivale a 26 milioni rispetto ai 55,9 milioni al termine del precedente esercizio.
Il backlog del Gruppo è di 594 milioni ed è pressoché completamente riconducibile alle unità operative core quali lavori di rinnovamento e manutenzione di armamento ferroviario (circa il 72%) e tecnologico (25%).
Per quanto riguarda l’evoluzione prevedibile della gestione, il management stima, per l’esercizio 2020, redditività e flussi di cassa in miglioramento rispetto al 2019, nonostante gli effetti della pandemia da Covid-19.