Mediaset – Ancora indiscrezioni sulla diatriba con Vivendi

Continuano a rincorrersi i rumor in merito alla vicenda che coinvolge Mediaset e Vivendi.

Secondo quanto riportato da La Stampa, Pier Silvio Berlusconi e i suoi collaboratori avrebbero intenzione di proseguire con il progetto di crescita europeo della società, a prescindere dal fatto che si arrivi a un’intesa con gli azionisti francesi di Vivendi.

La disponibilità di questi ultimi ad arrivare a una possibile soluzione alla disputa in corso non assume dei contorni concreti a meno che Mediaset con faccia un passo indietro sulle cause legali in corso, secondo il giornale.

Ieri il gruppo del Biscione ha smentito di avere ricevuto una lettera da parte di Vivendi per costituire un’alleanza industriale in Europa.

“Mediaset, come è noto, sostiene da sempre l’ipotesi di un forte piano industriale condiviso per avviare operazioni di sviluppo europeo destinate a creare valore per tutti gli azionisti. Proposte di questo tipo, qualora venissero formulate, verrebbero immediatamente esaminate dal cda di Mediaset”, ha spiegato la società in una nota.

Nel frattempo, dalla stampa si apprende che Il Consiglio di Stato ha rigettato la richiesta di Sky di revocare la sentenza con cui il Tar ha confermato il divieto di acquisto di contenuti esclusivi per le proprie piattaforme online a seguito di un accordo del 2018 con Mediaset sui contenuti pay.

“Sky prende atto della decisione del Consiglio di Stato. Tuttavia, Sky continua a ritenere che il divieto di acquisire esclusive su Internet sia di fatto ingiustificato e sproporzionato, a maggior ragione se si considera l’attuale configurazione del mercato e il continuo ingresso di nuovi player internazionali”, hanno fatto sapere dalla società del gruppo Comcast secondo quanto riporta la stampa.

Riguardo all’emendamento che attribuisce poteri all’AGCOM di valutare potenziali operazioni di M&A nel settore media, il Ministro per lo Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, ha dichiarato alla stampa: “Non è una norma ad azienda o per fare un dispetto ad un’azienda francese ma semplicemente una presa d’atto di una sentenza europea che porta ad avere un vuoto normativo da colmare ed occorre dare ad AGCOM gli strumenti per valutare gli effetti sul mercato e il pluralismo di quella sentenza”.