Il Cda della società ha approvato le linee strategiche del gruppo e le proiezioni economico-finanziarie 2020-2023 pro forma, post acquisizione di Astaldi.
Per il 2020, Webuild stima di conseguire un backlog costruzioni per 33 miliardi, equivalente a oltre 5 anni di produzione, con ricavi per 5,7-6 miliardi (7,3 miliardi nel 2019 pro-forma includendo Astaldi), appesantiti dagli effetti del Covid-19. Considerando il badwill la stima del fatturato si aggira, invece, intorno a 6,2-6,5 miliardi.
Dal lato geografico, l’operatività nel 2020 si è concentrata in aree a basso rischio, quali Italia, Europa, Nord America e Australia, con un peso sul portafoglio ordini che è salito dal 58% al 63%.
Nell’anno in corso Webuild ha dato un importante sostegno al Sistema Paese, attraverso la costruzione in tempi record del ponte Genova – San Giorgio, il rilancio di progetti infrastrutturali strategici per 3,6 miliardi (Verona-Padova, Statale Jonica, Nodo Ferroviario di Genova), la prosecuzione di progetti strategici anche tramite il supporto alle imprese di costruzione italiane della filiera attraverso garanzie e pagamenti.
In aggiunta, ha sostenuto la crescita per linee esterne con il consolidamento del settore italiano delle costruzioni tramite l’acquisizione di Astaldi, Cossi Costruzioni e di quote da Condotte nei consorzi COCIV e IRICAV II, per la realizzazione delle linee dell’alta velocità Milano-Genova e Verona-Padova.
La società sottolinea che i minori ricavi del 2020 per effetto della pandemia verranno traslati nei prossimi esercizi, in quanto non è stato cancellato nessun contratto.
L’Ebitda margin 2020 è previsto attorno al 4-5% del fatturato, mentre includendo gli effetti del badwill salirebbe oltre l’11%.
La posizione finanziaria netta è attesa intorno a 0,6-0,8 miliardi.
I principali drivers strategici su cui il gruppo intende concentrarsi comprendono il de-risking del portafoglio e il consolidamento della propria presenza in Italia. Webuild ha manifestato l’interesse anche verso l’espansione del business in settori adiacenti, come la manutenzione straordinaria delle infrastrutture, al fine di meglio diversificare il portafoglio ordini e i flussi di cassa.
La compagnia si propone inoltre di continuare ad implementare le azioni volte a migliorare l’efficienza operative, già individuate per 120 milioni da realizzare entro il 2023. Ultimi elementi critici individuati sono l’investimento in innovazione, anche con l’impiego di 26 milioni per la digitalizzazione di processi core e infine l’attenzione sugli aspetti ESG, legati alla sostenibilità e alla sicurezza sul posto di lavoro.
Per quanto riguarda l’evoluzione finanziaria, Webuild stima di conseguire un Book-to-bill medio >1 nel periodo 2021, con ricavi attesi a 6,5-7,2 miliardi nello stesso esercizio, che salirebbero a 7,4-8,3 miliardi nel 2023.
L’Ebitda margine atteso è di circa l’8% nel 2021, per poi superare l’8,5% nel 2023.
Il gruppo stima infine di ridurre la posizione finanziaria netta a 0,5-0,3 miliardi nel 2021 e a 0,3-0,04 miliardi per il 2023.