“Consideriamo Carige un’opportunità di mercato, in un territorio non presidiato dal credito cooperativo, dove Carige è molto forte e dove si possono intravvedere opportunità non banali. Siamo attualmente del tutto fuori dalla gestione ed è una fase di approfondimento: è in corso una lunga due diligence. L’opzione call con il Fondo (Fitd) che controlla Carige ci offre ancora tre finestre. Posso assicurare che non decideremo nulla entro fine 2020”.
Lo ha affermato in un’intervista a L’Economia del Corriere della Sera Giorgio Fracalossi, presidente di Cassa Centrale Banca (CCB), diventato azionista di Carige con l’8,34% del capitale dopo il salvataggio avvenuto, affiancando al FITD come socio industriale.
“Vi è anche l’incognita Covid, di cui dobbiamo valutare le conseguenze. Ci restano le finestre del 30 giugno e del 31 dicembre 2021 per decidere di un intervento di circa altri 300 milioni che ci porterebbe a controllare Carige. Vogliamo andare in fondo alle cose, con serietà e senza fretta”.
CCB potrebbe aumentare la propria partecipazione nel capitale di Carige fino all’88,3% nel caso decidesse di esercitare l’opzione di acquisto sulle azioni oggi in capo al FITD.
“Finora abbiamo investito in Carige 66 milioni per quote di capitale e 100 milioni per un prestito subordinato. Totale, 166 milioni su un patrimonio di 6,7 miliardi: non abbiamo messo a repentaglio la solidità del nostro gruppo, che anzi è migliorata negli anni”, ha ricordato Fracalossi.