Rimbalzo di Mps a Piazza Affari. Intorno alle 10:40 il titolo segna uno scatto del 6,7% a 1,20 euro dopo il -8,1% lasciato sul terreno nella scorsa ottava. L’indice di settore cede l’1,6 per cento.
La banca senese continua ad essere al centro dei rumor di M&A che vedono in UniCredit il candidato ideale per una potenziale aggregazione. Il tutto nonostante il Ceo della stessa UniCredit, Jean Pierre Mustier, abbia recentemente ribadito che la banca non è interessata ad operazioni di M&A.
Il Tesoro, primo azionista di Mps con il 68,2% del capitale, sembra intenzionato a rispettare gli accordi con le autorità europee che prevedono l’uscita dal capitale entro il 2021.
Il Governo e il Tesoro, secondo quanto riporta la stampa starebbero mettendo a punto alcune mosse per rendere l’istituto toscano appetibile. In primis una possibile ricapitalizzazione da 2-2,5 miliardi, anche alla luce degli effetti del deal con AMCO e dei nuovi accantonamenti decisi per fare fronte ai potenziali rischi legali, oltre che per il mutato scenario macroeconomico.
Inoltre, il Governo starebbe lavorando a un provvedimento che consente di convertire le DTA in crediti fiscali per incentivare le acquisizioni e alla possibile introduzione di una garanzia a fronte dei circa 10 miliardi di rischi legali in capo a Mps.
Inoltre, diverse fonti di stampa riportano che la designazione di Pier Carlo Padoan come presidente di UniCredit viene visto come un elemento positivo nell’ottica di un’aggregazione tra le due banche considerando che conosce molto bene la questione legata a Mps considerando il suo ex ruolo di Ministro dell’Economia.
Intanto, secondo quanto riporta Reuters, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che concede il via libera al piano che prevede la scissione di un gruppo di attivi di Mps, tra cui crediti deteriorati per circa 8 miliardi, a favore di AMCO, che diventerà efficace domani 1° dicembre, e disciplina le modalità attraverso cui il Tesoro può procedere con la privatizzazione.
Nei giorni scorsi il titolo ha risentito anche del calo tecnico legato alla cessione tramite Abb del 2,14% del capitale.