Mercati – Previsto avvio debole all’indomani della Bce

Le borse europee dovrebbero iniziare la seduta sotto la parità, all’indomani della riunione della Bce e in attesa di novità sul nuovo pacchetto di stimoli fiscali allo studio di Washington.

Chiusura contrastata ieri a Wall Street, con i principali indici americani che hanno terreno nel finale dopo una partenza penalizzata dai dati sulla disoccupazione inferiori alle attese. Il Nasdaq ha guadagnato lo 0,5%, mentre lo S&P 500 ha ceduto lo 0,1% e il Dow Jones lo 0,2%.

Le richieste di sussidi negli Usa sono salite di 137 mila unità rispetto alla settimana precedente, tornando ai massimi da metà ottobre a quota 853 mila, rispetto alle 730 mila attese dagli analisti.

Un dato che testimonia come la seconda ondata della pandemia stia comportando nuove perdite di impieghi, mentre a mercati chiusi è arrivata la notizia del via libera del comitato tecnico della Food and Drug Administration all’uso del vaccino Pfizer negli Stati Uniti

Deboli stamane i mercati asiatici con Tokyo che ha terminato in ribasso dello 0,4%, mentre Shanghai perde lo 0,8% dopo che gli indici Usa S&P e Dow Jones hanno rimosso alcune società cinesi a seguito di un ordine esecutivo dell’amministrazione Trump.

Al termine del meeting di ieri, l’Istituto di Francoforte ha potenziato a 1.850 miliardi il programma pandemico (Pepp), estendendolo fino a marzo 2022 e dicendosi preoccupato per la contrazione economica attesa nel quarto trimestre e l’inflazione deludente.

Durante il Consiglio europeo di ieri, inoltre, l’accordo di compromesso promosso dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, ha fatto rientrare il veto all’approvazione del bilancio europeo da parte di Polonia e Ungheria, sbloccando possibilmente il varo di Next Generation Ue e del Recovery Fund.

Negli Stati Uniti, invece, proseguono le trattative tra Democratici e Repubblicani per approvare un nuovo piano di aiuti pandemici, anche se l’esito dei negoziati appare ancora incerto.

Il leader della maggioranza al Senato Usa Mitch McConnell si è detto favorevole alla proposta da 916 miliardi di dollari del Segretario al Tesoro Steve Mnuchin, sottolineando la necessità di fare il possibile per aiutare l’economia.

Nel frattempo, però, la speaker alla Camera Nancy Pelosi sembra ancora ritenere la miglior strada da percorrere il deal da 908 miliardi, su cui è ancora al lavoro un gruppo di funzionari bipartisan.

Per quanto riguarda l’azionario, sempre sotto la lente il comparto bancario con le voci del risiko che rilanciano la possibilità di un’operazione tra Bper e Banco Bpm, mentre il board di Unicredit continua a lavorare sul candidato ideale alla successione di Jean Pierre Mustier.

Da seguire, infine, Ferrari, dopo che il Ceo Louis Camilleri ha abbandonato il suo incarico, lasciando il posto ad interim al presidente esecutivo John Elkann.