Vivendi ha presentato un esposto formale alla Commissione Europea contro il Governo dopo che è diventato efficace il provvedimento che attribuisce all’AGCOM il potere di avviare un’istruttoria su operazioni straordinarie che coinvolgono operatori attivi nei settori media e tlc, per verificarne la conformità alle norme che tutelano il pluralismo dei media.
Lo si apprende da Il Sole 24 Ore, secondo cui il gruppo francese ha puntato il dito anche contro la stessa AGCOM per non avere ritirato, in seguito alla sentenza della Corte di Giustizia Europea dello scorso 3 settembre con cui ha stabilito che le norme italiane violano quelle europee, la delibera con cui nel 2017 ha costretto Vivendi a congelare la quota eccedente il 10% del capitale di Mediaset nel trust Simon Fiduciaria, considerata la contemporanea presenza con una quota rilevante nel capitale di Telecom Italia.
Sempre in merito alla misura decisa dal Governo, La Repubblica riporta che, con una missiva spedita al Ministero dello Sviluppo Economico lo scorso venerdì scorso, la Commissione UE ha sollevato obiezioni per la mancata notifica e nel merito di tale provvedimento.
Nei giorni scorsi è circolata l’indiscrezione secondo cui L’AGCOM, a seguito dell’entrata in vigore della citata misura, potrebbe avviare questa settimana una nuova istruttoria, della durata di se mesi, in merito alle partecipazioni incrociate detenute da Vivendi nel capitale di Mediaset e Telecom Italia.
Mercoledì 16 dicembre si terrà davanti al Tar del Lazio un udienza relativa alla richiesta presentata da Vivendi di annullare la delibera assunta dall’AGCOM nel 2017.
L’Avvocatura dello Stato ha chiesto al Tar di rinviare la decisione alla luce della nuova legge e in attesa della nuova istruttoria condotta dall’AGCOM.