Mps – Titolo in calo (-1,8%) dopo la divulgazione del piano, continuano i rumor di M&A

Mps in calo a Piazza Affari dopo la divulgazione del nuovo piano industriale 2021-2025 che ha messo in luce un fabbisogno di capitale tra 2-2,5 miliardi, confermando i rumor dei giorni scorsi. Intorno alle 10:40 il titolo cede l’1,8% a 1,07 euro, mentre l’indice di settore segna una flessione dello 0,3 per cento.

“Il piano è stato elaborato ipotizzando iniziative strategiche coerenti con un sostanziale mantenimento dell’attuale modello operativo e dell’infrastruttura tecnologica della banca, al fine di non porre vincoli ad ipotesi aggregative”, si legge in una nota.

Dal punto di vista patrimoniale, il piano sottende un rafforzamento tale da consentire alla banca di ripristinare gli indicatori di patrimonio regolamentare, con indicatore di CET1 phased-in costantemente superiore al 12% e di affrontare oneri di ristrutturazione legati alla riduzione sostenibile della base costi.

Mps è impegnata a predisporre un nuovo capital plan da sottoporre alla Banca Centrale Europea entro il 31 gennaio 2021. Il capital plan conterrà un’indicazione dei fabbisogni di capitale (di medio termine e non limitati al CET1), quantificati in una misura tra 2 miliardi e 2,5 miliardi, e un’indicazione circa le modalità per soddisfare suddetti fabbisogni. In proposito un cda è fissato per il prossimo 19 gennaio.

Dal punto di vista reddituale, il risultato netto del 2021 è impattato da oneri di ristrutturazione e da rettifiche di valore su crediti legate all’emergenza pandemica, ma con un’attività commerciale in linea con quanto osservato nella seconda metà del 2020. Il piano prevede un risultato netto in pareggio nel 2022 e in utile a partire dal 2023.

Per quanto concerne la dinamica degli organici del gruppo, la riduzione stimata – che tiene conto delle uscite, tramite il ricorso al fondo di solidarietà e turnover naturale, e dei nuovi ingressi – nell’arco di piano 2021-2025 è di circa 2.670 persone.

Il nuovo piano sarà trasmesso al Tesoro, primo azionista della banca senese con il 64,2% del capitale, per avviare le interlocuzioni con la Dg Comp della Commissione Europea, anche alla luce del Dpcm del 16 ottobre 2020, nel cui ambito viene segnalato opportuno “avviare un processo di dismissione della partecipazione detenuta dal Ministero nel capitale sociale di Mps, da realizzare con modalità di mercato e anche attraverso operazioni finalizzate al consolidamento del sistema bancario”.

Secondo quanto riporta l’Ansa, alcune fonti hanno fatto sapere che il Mef “sta svolgendo tutte le attività necessarie per dare attuazione alla decisione del Governo di vendere la sua partecipazione in Mps, così da ottemperare agli impegni presi con le autorità europee. Il lavoro che si sta facendo mira a esplorare le opzioni più efficienti. Nessuna decisione è stata presa fino ad ora”.

I rumor continuano ad indicare nella fusione con UniCredit come la strada più plausibile per arrivare a una privatizzazione. Secondo quanto si apprende da Reuters, il Tesoro vorrebbe avviare già a gennaio il percorso di privatizzazione della banca, mentre Bloomberg riporta che l’obiettivo sarebbe di arrivare a un accordo con la stessa UniCredit entro marzo 2021, per poi sottoporre il tutto alle rispettive assemblee di aprile.

Per quanto riguarda UniCredit, bisognerà capire quali strategie vorrà implementare il successore del Ceo dimissionario Jean Pierre Mustier una volta individuato. Secondo Reuters, i colloqui potrebbero proseguire con lo stesso Mustier, che resterà in carica fino alla scadenza del mandato ad aprile 2021.

Da UniCredit nei giorni scorsi hanno fatto sapere che non accetteranno operazioni che impattino sulla posizione patrimoniale. Quindi bisognerà capire quale sarà l’ammontare che dovrà essere immesso dal Tesoro a sostegno della banca senese, riporta la stampa.