Ancora rumor sulla potenziale fusione tra UniCredit e Mps, che potrebbe essere rinviata all’estate 2021.
Lo riporta La Repubblica, secondo cui nel corso del periodo Mps si concentrerebbe sul rafforzamento patrimoniale che nel piano strategico appena approvato dal cda è stato stimato in 2-2,5 miliardi. La banca dovrà presentare il capital plan alla BCE entro il 31 gennaio 2021.
Per quanto riguarda UniCredit, a metà aprile è fissata l’assemblea che dovrà eleggere il nuovo board per il prossimo triennio e anche il successore del Ceo uscente Jean Pierre Mustier.
Tornando a Mps, secondo il giornale il Tesoro dovrà iniziare le interlocuzioni con la Dg Comp della Commissione Europea, a seguito della ricezione del piano strategico da parte dei vertici dell’istituto toscano.
Il Mef, titolare del 64,2% della banca toscana, in base agli attuali accordi con le autorità europee, deve uscire dal capitale entro il 2021 e da tempo avrebbe individuato in UniCredit come il candidato ideale per un’aggregazione con Mps.
L’operazione potrebbe essere agevolata dal via libera alla manovra, al cui interno è inserito un provvedimento che consentirebbe di trasformare le DTA in crediti fiscale in caso di fusioni effettuate nel 2021. Secondo il giornale, nel caso di un’operazione UniCredit-Mps si tratterebbe di una dote di 2 miliardi.
Intorno alle 10:50 a Piazza Affari il titolo cede lo 0,1% a 1,05 euro, mentre le azioni UniCredit sale dello 0,1% a 7,53 euro. L’indice di settore guadagna lo 0,4 per cento.