“Dovremmo riuscire a raggiungere il più alto risultato operativo della nostra storia, nella parte alta della forchetta comunicata a metà febbraio, tra i 350 e 375 milioni”.
Lo ha affermato in un’intervista a La Stampa Carlo Ferraresi, Ad di Cattolica. “Abbiamo assistito a una flessione della raccolta premi ma anche a una riduzione dei sinistri. Tutto questo ci permetterà di raggiungere il risultato operativo più alto della nostra storia. Per quanto riguarda l’utile, abbiamo dovuto fare delle svalutazioni figlie del passato”, ha spiegato il manager.
“Il nostro compito è far sì che la compagnia possa distribuire dividendi, e così faremo. Ovviamente sarà decisiva l’indicazione dell’IVASS e dei regolatori europei, che hanno chiesto prudenza”, ha puntualizzato Ferraresi.
In merito alla partnership con Generali, l’Ad ha riportato: “Ci siamo rafforzati, abbiamo dimostrato di essere solidi e grazie all’alleanza con Generali, primo azionista con quota del 24,4% del capitale, possiamo giocare un ruolo da protagonisti”.
Stiamo lavorando ad alcuni temi importanti, industriali e commerciali. L’alleanza ci permetterà di condividere investimenti e progetti attorno a quattro pilastri: l’asset management, le riassicurazioni, l’Internet of Things e il business legato alla salute. Ci aspettiamo opportunità e benefici diretti, sia per loro sia per noi. Accelereremo sul welfare aziendale e comunque resteremo ben radicati sul territorio”.
Riguardo alla recente decisione di Banco Bpm di volere esercitare l’opzione per il riacquisto del 65% delle joint venture nella bancassurance, Ferraresi ha affermato: “Mi auguro che con Banco Bpm si riesca a sedersi a un tavolo e a trovare un modo per discutere il tema, individuando le soluzioni migliori. Detto questo, riteniamo che la loro posizione non sia corretta: non ci sono ragioni per immaginare un cambio di controllo. Generali non controlla in alcun modo Cattolica”.
In riferimento allo scioglimento dell’accordo di bancassurance con Ubi, l’Ad ha spiegato che “La partnership scadeva a giugno 2021. Ubi ha anticipato di qualche mese l’esercizio di una sua call. La chiusura anticipata ci garantirà una plusvalenza tra i 100 e i 110 milioni”.
Intorno alle 11:35 a Piazza Affari il titolo guadagna l’1,4% a 4,65 euro, mentre l’indice di settore sale dallo 0,5 per cento.