Ultimo mese del 2020 ancora in rialzo per piazza Affari (+0,8%), anche se il saldo annuale è rimasto negativo (-5,4%). A dicembre il Ftse Mib, insieme alle altre principali Borse mondiali, ha beneficiato dell’approvazione da parte delle autorità sanitarie dei Paesi occidentali del vaccino Pfizer-Biontech e dell’immediato avvio della relativa campagna di vaccinazione contro il Covid-19. A dare una mano ai mercati azionari internazionali nell’ultimo mese del 2020 ci ha anche pensato il definitivo via libera negli Stati Uniti e nell’Unione europea ai maxi piani fiscali a sostegno delle rispettive economie colpite dagli effetti negativi della pandemia, senza dimenticare l’enorme liquidità assicurata dalla politica monetaria ultra-espansiva portata avanti da tutte le banche centrali del pianeta, confermata il 10 dicembre dalla Banca centrale europea e il 16 dello stesso mese dalla Federal Reserve. In extremis, è stato anche evitato lo scenario di Hard Brexit a partire dal primo gennaio del 2021, a seguito dell’accordo raggiunto la vigilia di Natale tra il governo britannico e la Commissione europea. Rispetto al top del 19 febbraio a 25.483 punti il Ftse Mib rimane, comunque, sotto del 12,8 per cento.
A dicembre, il più importante paniere di piazza Affari si è piazzato al quinto posto in Europa in termini di performance, zavorrato dalle prese di beneficio sulle azioni del comparto bancario (-3,5%), su quelle del settore assicurativo (-1,3%) e sulle utilities (-0,7%), dopo il rally di novembre. Ancora in rialzo, invece, i titoli dell’Oil&Gas (+1,4%) e soprattutto gli industriali (+4,1%) mentre rimane sostanzialmente invariato il saldo mensile (-0,1%) del paniere delle azioni del settore salute e benessere, che ha ulteriormente consolidato i guadagni registrati a ottobre e settembre. In un contesto europeo ancora caratterizzato da risk on, si è distinto il Dax di Francoforte (+3,2%) che lo scorso 29 dicembre ha conquistato il nuovo record storico a 13.903,11, seguito dal Ftse 100 di Londra (+3,1%), dallo Smi di Zurigo (+2,2%) e dall’ EuroStoxx 50 (+1,7%), mentre hanno guadagnato meno del principale paniere equity italiano il Cac40 di Parigi (+0,6%) e l’Ibex 35 di Madrid (inv.). A dicembre è proseguita la corsa di Wall Street che ha conquistato nuovi massimi assoluti con tutti e tre i principali indici. A guidare i rialzi delle Borse statunitensi ancora il Nasdaq Composite (+5,7%), seguito dall’S&P 500 (+3,7%) e dal Dow Jones (+3,3%). In Asia, forti acquisti sul CSI 300 di Shenzhen (+5,1%) e crescita più contenuta per il Nikkei di Tokyo (+3,8%).
Al di fuori dell’azionario, a dicembre i prezzi dei futures sul Crude Oil hanno proseguito la corsa (+7,7%) iniziata a novembre, anche se a ritmo inferiore. In decisa ripresa le quotazioni dell’Oro (+6,8%) che hanno chiuso a ridosso di 1.900 dollari per oncia, mentre sul fronte valutario, a dicembre il cambio Eur/Usd si è ulteriormente rafforzato (+2,4%), ritornando sui livelli dell’aprile del 2018 sopra quota 1,22. Sul versante dei governativi, lo yield del Btp a 10 anni ha concluso mercoledì le contrattazioni allo 0,541% rispetto allo 0,625% del 30 novembre, con il differenziale di rendimento con il Bund di pari durata scivolato a 111 punti base.
Passando all’analisi dei 40 titoli che compongono il paniere delle Big Cap italiane emerge che a dicembre 18 hanno concluso le contrattazioni su livelli di prezzo superiori a quelli registrati il 30 novembre, 2 sono rimasti sostanzialmente invariati e ben 20 si sono attestati su livelli inferiori. Numeri peggiori rispetto a quelli eccezionali di novembre, dato che in questo mese 38 avevano portato a casa una performance positiva, soltanto 1 si era attestato su livelli di prezzo inferiori a quelli del 30 ottobre e 1 era rimasto invariato.
Il miglior risultato del mese di dicembre all’interno del Ftse Mib è stato raggiunto da Moncler (+21,8%) che ha beneficiato del ritrovato interesse degli investitori verso i titoli del lusso, ma soprattutto dell’acquisizione della società titolare del marchio Stone Island sulla base di un controvalore complessivo di 1,15 miliardi di euro, calcolato sul 100% del capitale. L’operazione, annunciata lo scorso 7 dicembre, implicherà per il gruppo guidato da Remo Ruffini un esborso massimo pari a 748 milioni, con la relativa posizione finanziaria netta che al termine dell’operazione rimarrà positiva o quanto meno azzerata. L’obiettivo dei vertici di Moncler è di raddoppiare le vendite dei prodotti Stone Island ne prossimi 5 anni, rendendo il marchio globale.
Alle spalle di Moncler, lo scorso mese si è posizionata Exor (+13,4%) che ha beneficiato dei forti rialzi borsistici di alcune tra le sue principali partecipazioni quotate a piazza Affari tra le quali Cnh Industrial (+12,6%) di cui possiede il 26,9% del capitale, Fca (+12,2%) di cui detiene il 28,6% del capitale e Ferrari (+6,7%) di cui controlla il 22,9% del capitale. Lo scorso 9 dicembre, l’holding finanziaria olandese controllata dalla famiglia Agnelli ha annunciato, insieme alla francese Hermès International, un accordo per accompagnare la società cinese del lusso Shang Xia nella sua prossima fase di sviluppo. Il gruppo guidato da John Elkann investirà circa 80 milioni, attraverso un aumento di capitale riservato, che permetterà di acquisire la maggioranza della società cinese.
Sul terzo gradino del podio di questa speciale graduatoria di dicembre Cnh Industrial (+12,6%), con le sue quotazioni che grazie a questo ulteriore rialzo – che si aggiunge a quello record di novembre (+37,7%) – sono ritornate sui livelli del settembre del 2018. Il gruppo con sede legale nel Regno Unito (Essex) ha anche beneficiato a metà dicembre della decisione degli analisti di Deutsche Bank di confermare il giudizio Buy, ma soprattutto di alzare il prezzo obiettivo a 16 dollari, pari a 13,08 euro, dal precedente target price a 12 dollari, pari a 9,81 euro. Ricordiamo che il prezzo obiettivo medio sulla base dei contributi dei 17 analisti rilevati da Bloomberg è 9,80 euro, con un potenziale ribassista del 5,1% rispetto alla chiusura del 30 dicembre scorso.