Il future sul Dow Jones avanza dello 0,2%, quello sul S&P 500 cede lo 0,3% e quello sul Nasdaq l’1,4%, preannunciando una partenza debole a Wall Street con l’attenzione dei mercati puntata sul voto in Georgia e dopo i dati Adp di dicembre sull’occupazione americana.
Il focus dei mercati resta sul testa a testa in Georgia, che deciderà chi prenderà il controllo del Senato Usa, con una vittoria dei Democratici che assicurerebbe il controllo di entrambi i rami del Congresso.
Una prospettiva che secondo gli operatori porterebbe a maggiori stimoli economici e una regolamentazione più stretta su alcuni settori, a partire dai colossi tech, con Apple, Facebook, Alphabet, Micorsoft e Amazon in calo nel premarket.
Ben intonati, invece, i titoli più ciclici come quelli delle costruzioni, sulle aspettative di maggiori investimenti pubblici nelle infrastrutture in caso di vittoria del partito democratico, e i bancari, in scia al rialzo dei rendimenti.
Il tasso sul Tbond, infatti, è salito oltre l’1% per la prima volta da marzo, sulle previsioni che una maggiore spesa per nuovi stimoli verrà finanziata con maggiori emissioni di bond e rendimenti più alti sulla parte lunga della curva.
Secondo gli analisti, inoltre, un incremento degli aiuti per sostenere la crescita dell’economia spingerà anche i prezzi, con gli operatori che ora vedono l’inflazione Usa in media oltre il 2% annuo nel prossimo decennio, il livello più alto dal 2018.
Sul fronte macro, i numeri Adp hanno evidenziato a dicembre un calo degli impieghi nel settore privato Usa di 123 mila unità, rispetto all’incremento di 75 mila unità previsto dal consensus e alla crescita di 304 mila unità di novembre.
L’agenda di oggi prevede anche la lettura finale degli indici Pmi servizi e composito Usa di dicembre, mentre in serata verranno diffusi i verbali dell’ultima riunione della Federal Reserve.
Infine, crescono i timori per le tensioni tra Washington e Pechino, dopo che il presidente americano uscente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che vieta le transazioni con otto gruppi cinesi di pagamenti digitali tra cui Alipay, parte di Ant Group.
In precedenza, il New York Stock Exchange aveva deciso di riconsiderare lo stop al delisting delle tre maggiori società di telecomunicazioni cinesi, dopo che il Segretario al Tesoro Usa, Steven Mnuchin, si era opposto all’annuncio di una tregua.