Prove di rimbalzo per UniCredit a Piazza Affari dopo i recenti cali, mentre proseguono i rumor circa una potenziale aggregazione con Mps. Intorno alle 11:10 il titolo guadagna il 4,2% a 7,82 euro, mentre l’indice di settore sale del 2,6 per cento.
Secondo quanto riportato da MF, dopo Natale sarebbero riprese le interlocuzioni tra UniCredit e il Tesoro (primo azionista di Mps con il 64,2%) per una possibile fusione.
Tuttavia, aggiunge il quotidiano, ci sarebbe stato un rallentamento in quanto UniCredit è alle prese con la ricerca del successore del Ceo uscente Jean Pierre Mustier (che finora si sarebbe interfacciato con il Mef) e, quindi, sulla strategia che intenderà intraprendere una volta individuato. Inoltre, lo stesso board è in scadenza e sarà rinnovato nella primavera del 2021.
Il quotidiano aggiunge che la dote che sarebbe stata offerta dal Tesoro per favorire l’operazione non sia ancora ritenuta sufficienti. Recentemente un portavoce del cda aveva fatto sapere che UniCredit “non accetterà mai alcuna operazione che possa danneggiare gli interessi del gruppo e in particolare la sua posizione patrimoniale”.
Secondo Il Messaggero, la dote richiesta per favorire l’aggregazione sarebbe pari a 6 miliardi, suddivisa in 2,5 miliardi di aumento di capitale, altri 2,5 miliardi legati alla trasformazione delle Dta in crediti fiscali, con il Mef che dovrebbe reperire l’altro miliardo. Il Corriere della Sera parla di una dote di 5,5-6 miliardi.
Proseguono inoltre i rumor di stampa su una possibile garanzia riguardo ai circa 10 miliardi di rischi legali in capo a Mps. Il Governo, secondo MF, starebbe valutando la possibilità di assicurarli con il subentro di Fintecna, AMCO o un’altra partecipata statale come risk taker.
Il quotidiano La Stampa riporta che la vendita della quota di Mps detenuta dal Tesoro non avverrà prima del secondo trimestre 2021.