Il Governo starebbe considerando di alzare ulteriormente la dote per agevolare una potenziale fusione tra UniCredit e Mps, di cui il Tesoro è il primo azionista con il 64,2% del capitale.
Secondo quanto si apprende da Il Messaggero, AMCO, la società di gestione di Npl controllata al 100% dallo stesso MEF, potrebbe rilevare un pacchetto di Npe da oltre 20 miliardi in capo alla stessa UniCredit, inclusi Utp. Lo scorso mercoledì indiscrezioni riportate da Reuters parlavano di un pacchetto di Npl da 14 miliardi che AMCO avrebbe potuto acquistare da UniCredit.
In scia alle indiscrezioni, intorno alle 10:50 a Piazza Affari il titolo guadagna il 2,3% a 8,22 euro, mentre l’indice di settore sale dello 0,8 per cento.
Al 30 settembre 2020 UniCredit aveva in capo crediti deteriorati lordi per 22,7 miliardi; una potenziale operazione di questo tipo imprimerebbe una decisa accelerata al de-risking della banca.
Il quotidiano aggiunge che ipotizzando un prezzo di cessione di suddetti crediti deteriorati per oltre 20 miliardi pari a circa il 30%, UniCredit avrebbe un beneficio in termini di capitale pari a 2,5-3 miliardi, rispetto agli 1,6 miliardi in caso di vendita a circa il 30% di un pacchetto da 14 miliardi.
Suddetto beneficio, riporta il quotidiano, si aggiungerebbe all’aumento di capitale di Mps fino a 2,5 miliardi, di cui il Tesoro dovrebbe sottoscrivere pro-quota 1,6 miliardi, i 2,5 miliardi legati alla misura che consente di trasformare le Dta in capo a Mps in crediti di imposta (applicabile alle fusioni realizzate nel 2021 secondo quanto previsto dalla Legge di Bilancio). La dote totale di questa potenziale dote sarebbe quindi pari a 8 miliardi.
Recentemente un portavoce del cda aveva fatto sapere che UniCredit “non accetterà mai alcuna operazione che possa danneggiare gli interessi del gruppo e in particolare la sua posizione patrimoniale”.
Nei prossimi giorni gli advisor di UniCredit e AMCO potrebbero accelerare l’architettura dell’operazione, che potrebbe prendere corpo nelle prossime settimane.
Tornando ai rumor riportati da Reuters, l’agenzia ha aggiunto che AMCO, inoltre, potrebbe rilevare anche un pacchetto di crediti a forte rischio di deterioramento in capo a Mps, dopo avere preso in carico la gestione di 8,1 miliardi di Npe della banca senese nell’ambito del progetto di scissione della stessa AMCO.
Sempre nell’ambito della potenziale fusione UniCredit-Mps, nei giorni scorsi rumor di stampa hanno parlato di un possibile spin-off del ramo toscano di sportelli della stessa Mps, composto da 300 filiali, che manterrebbero il marchio e godrebbero di un’autonomia di 1-3 anni.
L’agenzia aggiunge che AMCO, inoltre, potrebbe rilevare anche un pacchetto di crediti a forte rischio di deterioramento in capo a Mps, dopo avere preso in carico la gestione di 8,1 miliardi di Npe della banca senese nell’ambito del progetto di scissione della stessa AMCO.