La raccolta netta del gruppo Azimut nel mese di dicembre è stata positiva per 172,8 milioni (-50,4% a/a), portando il totale da inizio anno a 4.518,1 milioni (-2% rispetto al periodo di confronto).
Nel dettaglio, i fondi hanno registrato flussi netti positivi per 245,1 milioni (+45,3% rispetto a dicembre 2019), di cui 52,9 milioni fanno riferimento al segmento Private Markets, mentre le gestioni patrimoniali hanno riportato riscatti netti per 39,2 milioni (-3 milioni nel mese di confronto).
Il segmento titoli, fondi di terzi e c/c sono ha registrato flussi netti negativi per 65,8 milioni (+81,6 milioni nel mese di confronto).
Nel 2020 i fondi hanno realizzato una raccolta netta positiva di 1.856,7 milioni (+74,7% a/a), al cui interno i Private Markets hanno registrato sottoscrizioni nette per 1.414,9 milioni, mentre le gestioni patrimoniali hanno evidenziato flussi netti positivi per 1.591,3 milioni (+71,3% su base annua).
La raccolta netta di fondi di terzi e c/c nel periodo gennaio-dicembre è stata positiva per 1.604,6 milioni (-23,7% a/a).
Il totale delle masse, comprensive del risparmio amministrato, si fissa a fine dicembre 2020 a 60,4 miliardi (+2,3% rispetto a fine 2019) e a 66,8 miliardi includendo l’acquisizione di Sanctuary Wealth negli USA.
Pietro Giuliani, presidente di Azimut Holding, ha commentato: “Nel 2020 abbiamo raggiunto risultati molto importanti: 375-415 milioni, l’utile più alto mai raggiunto, una performance netta ai clienti positiva dell’1,15% (vs. 0,75% dell’indice Fideuram) che, se sommata a quella del 2019, porta il rendimento netto a quasi il 10% in due anni.
Siamo gli unici che continuano a credere ed investire nel modello integrato di gestione e distribuzione, facendolo in tutto il mondo con una presenza capillare del nostro Global Team e delle nostre reti di consulenti in 17 Paesi.
La sostenibilità del nostro modello ci ha anche permesso di essere tra i pochi a pagare nel 2020 un dividendo di 1 euro per azione agli azionisti. Inoltre, nel 2020 abbiamo anche raggiunto il target di 2 miliardi di masse in prodotti di economia reale, coerentemente con la strategia di medio-lungo periodo di generare rendimenti positive per i clienti, innovando la gamma prodotto grazie all’esposizione ad asset class che storicamente hanno generato performance superiori a quelle tradizionali.
I numeri che ne derivano in termini di crescita e di utile netto, sono stati puntualmente anticipati da un management che da più di 15 anni, dalla quotazione nel 2004, non ha mai disatteso un obiettivo dichiarato.
Tutto ciò non viene ancora valorizzato correttamente dal mercato e dagli analisti causa la non comprensione di un modello di business e di una strategia unica nel settore. Siamo invece convinti che il valore della nostra società sia molto più elevato di quello attuale, motivo che ci ha portato, attingendo ai nostri risparmi personali, a rafforzare nel 2018, e nuovamente nel 2020, con due operazioni di leveraged buy-out, la quota azionaria detenuta da manager, consulenti, gestori e dipendenti”.