Nel 2020 gli investimenti immobiliari in Italia si sono attestati a 8,8 miliardi, segnando una forte contrazione rispetto ai numeri record del 2019 ma rivelandosi al tempo stesso in linea con il 2018. Gli uffici si sono confermati il settore complessivamente più attraente, mentre la logistica ha messo a segno la performance più resiliente.
Indicazioni emerse dall’ultimo studio targato CBRE, che per il 2021 in Italia stima un primo semestre caratterizzato ancora da un sentiment attendista per una ripresa nella seconda parte dell’anno.
Osservando le singole asset class, come anticipato, gli Uffici hanno confermato il loro ruolo predominante, attirando complessivamente 3,7 miliardi di investimenti (-26% a/a). Milano resta la città più dinamica (2,3 miliardi di investimenti, di cui il 62% nel segmento uffici), seguita da Roma (820 milioni di investimenti, di cui il 22% totale in uffici).
Il ruolo predominante del capoluogo meneghino resta una notizia positiva per la quotata Coima Res, che proprio sul settore degli uffici a Milano vanta un’esposizione pari al 90% (il 50% nell’innovativo quartiere Porta Nuova).
Gli investimenti destinati al settore della Logistica sono saliti a 1,4 miliardi, superando i volumi del 2019. Secondo CBRE, nel 2021 saranno concretizzati nuovi progetti di sviluppo, aumentando di conseguenza la platea degli investitori interessati al comparto.
Il Residenziale ha raccolto investimenti per 580 milioni, un interesse sostenuto anche da una carenza di prodotto che ha spinto gli investitori a rivolgere il proprio interesse verso progetti di trasformazione urbana. Il residenziale italiano è un mercato con un potenziale molto alto ed ha iniziato ad attirare capitali esteri, sottolinea CBRE. Ricordiamo in merito che tra le realtà italiane quotate a Piazza Affari attive sul segmento residenziale, spicca la milanese Abitare In, quotata sul mercato AIM e prossima al passaggio sul MTA di Borsa Italiana.
Sono crollati ampiamente gli investimenti destinati invece al settore Hotel, che in Italia ha raccolto investimenti per oltre 1 miliardo, in linea con la media degli ultimi 10 anni ma in calo del 68% rispetto al 2019, anno in cui, però, l’asset class aveva registrato un record storico per volumi di investimento, per varietà di operazioni, per dimensione di portafogli transati e per la comparsa di nuovi player.
Dal report emerge tuttavia come l’interesse verso il settore resti alto, date le strutture di qualità e le operazioni fortemente value add e opportunistiche. Cruciale sarà il ritorno alla normalità, oltre a trovare un punto di incontro tra domanda e offerta.
Il Retail ha registrato investimenti pari a 1,4 miliardi (-29% a/a). I volumi sono stati guidati da operazioni connesse alla GDO e da operazioni super core High Street (per complessivi 345 milioni). Le previsioni per il 2021 restano ancora incerte. La pipeline di sviluppi si mostra interessante e concentrata principalmente verso mercati primari, come i centri commerciali nel milanese.