Il Piano Strategico 2021-2030 del gruppo A2A prevede un’importante crescita dell’Ebitda, passando da circa 1,18 miliardi del 2020 a oltre 2,5 miliardi del 2030, con un CAGR 2020-2030 prossimo all’8%.
L’Ebitda della BU Energia è atteso crescere da 0,45 miliardi nel 2020 a 1,2 miliardi nel 2030, principalmente a seguito del contributo della nuova capacità FER che viene sviluppata insieme alla base clienti, anche a seguito del termine del mercato tutelato. Previsti investimenti in flessibilità e l’avvio di almeno un nuovo impianto CCGT ad alta efficienza, già predisposto al blending con idrogeno, funzionale a garantire sicurezza e flessibilità alla rete nazionale nella importante fase di transizione alle rinnovabili.
La strategia prevista nella BU Ambiente è centrata sul rendere A2A un operatore leader in Italia e in Europa nell’economia circolare facendo leva su competenze già oggi esistenti e si svilupperà attraverso crescita organica e acquisizioni in impianti di trattamento (principalmente FORSU, Biomasse) e recupero energia (WtE) incrementando la redditività da circa 0,28 miliardi nel 2020 a 0,7 miliardi nel 2030.
Nella BU Reti, infine, l’Ebitda aumenterà da 0,45 miliardi del 2020 a 0,8 miliardi del 2030. Gli investimenti previsti saranno indirizzati soprattutto allo sviluppo delle Rete elettrica e idrica (con gestione impianti di depurazione) e al potenziamento del teleriscaldamento.
A supporto della crescita, il piano prevede investimenti per complessivi 16 miliardi nel decennio. Circa il 70% degli investimenti complessivi rientra nella categoria degli investimenti sostenibili in coerenza con i criteri identificati dalla Tassonomia EU. Il 90% degli investimenti contribuisce agli SDG delle Nazioni Unite.
La BU Energia riceverà circa 6 miliardi (40% degli investimenti totali), la BU Ambiente circa 4 miliardi (24%) e la BU Reti il restante 36%. Il 73% degli investimenti riguarda business regolati o contrattualizzati.
Con 6 miliardi destinati all’economia circolare, A2A prevede azioni volte ad una crescita nel recupero di materia e di energia dai rifiuti, e alla riduzione degli sprechi (es. perdite idriche, calore di scarto).
A2A contribuirà alla transizione energetica con 10 miliardi di investimenti a supporto della decarbonizzazione e dell’elettrificazione dei consumi, attraverso l’accelerazione nella crescita delle rinnovabili e il supporto alle esigenze di flessibilità del sistema elettrico.
La capacità di generazione da fonti rinnovabili arriverà a 5,7 GW grazie a oltre 4 miliardi di investimenti principalmente su solare ed eolico e al contributo dell’M&A. A2A attuerà il phase-out dal carbone nel 2022, in anticipo rispetto al target nazionale per il 2025.
La transizione energetica sarà garantita dalla flessibilità dei cicli combinati a gas ad alta efficienza per cui sono previsti interventi di potenziamento degli impianti, dalla realizzazione di un nuovo impianto a ciclo combinato abilitato a blending con idrogeno e di un “gas peaker”.
Il Gruppo è determinato anche a mantenere l’allineamento agli obiettivi di riduzione delle
emissioni definiti dall’Accordo di Parigi e approvati dalla Science Based Targets initiative
(SBTi) riducendo al 2030 il fattore emissivo del 47% rispetto al 2017.
A2A rivede la politica di remunerazione degli azionisti, proponendo un incremento del dividendo per azione atteso sull’utile 2020 almeno pari a 8,0 centesimi di euro per azione (rispetto a 7,75 centesimi deliberati in relazione all’utile netto 2019), sull’utile del 2021 almeno pari a 8,2 centesimi, sull’utile del 2022 almeno pari a 8,5 centesimi. Per gli anni successivi, si prevede una crescita minima pari al 3% all’anno.
Il piano di investimenti concentrato nella prima parte di Piano è atteso incrementare la PFN, destinata a ridursi nella seconda parte di Piano: il rapporto FFO/NetDebt è atteso infatti mantenersi sopra il 21% lungo l’arco di Piano, raggiungendo il 29,6% nel 2030.