Mps – Ancora indiscrezioni sulla privatizzazione

Continuano a rincorrersi i rumor sul processo che dovrebbe portare alla privatizzazione di Mps.

Le ultime indiscrezioni in ordine di tempo sono riportate da Reuters, secondo cui la data room per avere accesso ai dati confidenziali della banca senese sarebbe stata aperta lo scorso lunedì ma nessun operatore potenzialmente interessato avrebbe fatto ancora richiesta per entrarvi. La data room dovrebbe restare aperta per almeno un mese.

Nei giorni scorsi Mps ha conferito a Credit Suisse un incarico di advisor finanziario al fine di affiancare Mediobanca nella valutazione delle alternative strategiche a disposizione dell’istituto e operare una verifica degli interessi di mercato da parte di operatori di primario standing. Il tutto finalizzato alla successiva apertura di una data room.

Il Tesoro, primo azionista di Mps con il 64,2% del capitale, sta lavorando per velocizzare l’iter di privatizzazione, che in base agli accordi con le autorità europee dovrebbe avvenire entro il 2021. Il voto di fiducia ricevuto dal Governo alle Camere (seppure con una maggioranza risicata al Senato) consentirà di continuare a portare avanti il processo.

La stampa continua ad indicare UniCredit come il partner più probabile per un’aggregazione con Mps ma la banca di piazza Gae Aulenti è al momento impegnata nell’individuazione del nuovo Ceo e solo si potrà avere un quadro più chiaro della strategia. Tuttavia, esponenti di UniCredit hanno ribadito che l’istituto non accetterà operazioni che possano impattare sulla posizione patrimoniale.

Secondo quanto si apprende da Reuters, il MEF, che sta anche valutando una dote per agevolare l’operazione (tra cui la trasformazione delle Dta in crediti di imposta) contava di presentarsi alla BCE con una sorta di progetto preliminare da cui partire.

Tra le altre banche, Banco Bpm nei giorni scorsi ha ribadito di non essere interessata alla banca senese, mentre Reuters aggiunge che Crédit Agricole Italia e Bnl-Bnp Paribas, a cui il Tesoro ha pensato come ad altri potenziali partner per Mps, non hanno manifestato nessun interesse ad oggi.

Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, anche alcuni grandi fondi di private equity starebbero monitorando il dossier. Si tratterebbe però di un interesse ancora alla fase iniziale.

Nel frattempo, Mps è anche impegnata a definire i dettagli del capital plan da inviare alla BCE entro fine gennaio e che prevede un rafforzamento patrimoniale stimato tra 2-2,5 miliardi. Il cda si riunirà giovedì 28 gennaio.

Il MEF, secondo l’agenzia, sarebbe contrario a soluzioni alternative come l’emissione di un bond Tier1 per rafforzare i coefficienti patrimoniali intaccati dalla scissione degli Npl a favore di AMCO e dalle perdite legate ad accantonamenti per potenziali rischi legali.

Intorno alle 10:15 a Piazza Affari il titolo guadagna lo 0,7% a 1,10 euro, mentre l’indice di settore cede lo 0,2 per cento.