TIM – Verso la carbon neutrality al 2030 tra sfide e opportunità del digitale

La sostenibilità è al centro della strategia di TIM, un’azienda di ‘sistema’ integrata con il territorio e con il tessuto sociale ed economico-produttivo delle comunità in cui opera.

Ne ha parlato in un’intervista a Market Insight Maria Enrica Danese, Responsabile Sustainability Projects & Digital Communication di TIM.

“La svolta nella sostenibilità è arrivata lo scorso anno con il lancio del Piano Industriale 2020-22 in cui le scelte strategiche e la gestione operativa del Gruppo TIM sono state ancorate ai principi ESG, guardando anche all’interesse della collettività perché siamo certi che questa rappresenti una spinta per migliorare il nostro business”, esordisce Danese.

Non solo. “Come più volte ricordato dal nostro Amministratore Delegato, Luigi Gubitosi, TIM in qualità di azienda leader del Paese, può fare la differenza agendo sull’ambiente, sul sociale e sui sistemi di governance, per contribuire concretamente con il proprio operato a rendere la società, le famiglie e le aziende più solide”.

Con l’approvazione poi del Piano di Sostenibilità 2020-2022, integrato nel Piano Industriale di Gruppo, TIM ha scelto di dare priorità agli interventi sulle tre aree più importanti dell’azienda per dimensione e valore: le infrastrutture, i clienti e le competenze.

Le dimensioni della sostenibilità: infrastrutture, clienti e competenze

Sulle infrastrutture “gli obiettivi principali riguardano la componente green. Ne cito solo alcuni: introdurre tecnologie di rete a basso consumo energetico, dandoci l’obiettivo di migliorare del 50% l’eco-efficienza entro il 2025, aumentare di 5 punti percentuali all’anno il ricorso alle energie rinnovabili, sia attraverso l’acquisto che attraverso l’istallazione di impianti autonomi”, spiega la manager.

Maria Enrica Danese, Responsabile Sustainability Projects & Digital Communication di TIM

Un’attenzione rivolta anche ai clienti: “abbiamo fissato innanzitutto un target di economia circolare, prevedendo di mettere a disposizione delle famiglie almeno il 15% di smartphone rigenerati entro il 2024”. Un obiettivo che l’azienda sta mettendo in campo attraverso l’attuazione di numerose iniziative che vanno dall’introduzione di soluzioni per il recupero dei prodotti alla realizzazione di partnership strategiche volte a far crescere la cultura del prodotto sostenibile.

Per quanto riguarda i clienti business, “il nostro obiettivo è di mettere a disposizione soluzioni e applicazioni che forniscano una vera governance socio-ambientale”. TIM infatti, precisa Danese, vuole attuare “una importante focalizzazione sui ‘servizi innovativi per la sostenibilità’, che vanno dal cloud – con il ricorso alla rete dei nostri Data Center all’avanguardia e realizzati secondo le più recenti best practice di sostenibilità ambientale – alla cybersecurity, dalla smart city alla smart agricolture”.

Infine, sulle competenze “abbiamo voluto avviare iniziative che guardano non solo all’interno dell’azienda, per accrescere il coinvolgimento e il benessere dei dipendenti TIM, ma anche alla società”.

“Un focus particolare è dedicato allo sviluppo delle competenze digitali perché siamo consapevoli che bisogna partire dalla digitalizzazione del Paese”. Da quanto emerge nell’ultima edizione del Desi, l’Italia è infatti al 25° posto in Europa a causa soprattutto della scarsa performance nell’indicatore relativo alle competenze digitali, pur risultando in linea alla media del Vecchio Continente dal punto di vista delle infrastrutture.

É proprio per chiudere il divario digitale culturale che TIM ha promosso Operazione Risorgimento Digitale, “una grande alleanza di istituzioni, aziende e società civile con una missione: offrire formazione accessibile e gratuita per rendere l’Italia digitale e garantire più ricchezza, più occupati, più efficienza, più trasparenza, più opportunità”.

Dal 2020 al 2030: il percorso verso la carbon neutrality

Infrastrutture, clienti e competenze sono quindi le tre direttrici di un piano di ampio respiro, che va ben oltre il 2022. E questo aspetto rappresenta una questione fondante della sostenibilità per la principale telco italiana.

“Nel 2020 abbiamo realizzato una serie di iniziative significative per il nostro percorso di sostenibilità.”

I principali progetti realizzati dall’azienda riguardano: l’utilizzo del 25% di energia da fonti rinnovabili; il lancio di ‘TIM Green’, il portafoglio dedicato alle offerte di economia circolare e ai prodotti rigenerati; l’ampliamento di soluzioni e servizi di cybersecurity per le aziende e il rafforzamento della policy etico-sociale con i fornitori. Nel corso dello scorso anno TIM ha realizzato inoltre una partnership tecnologica con Green Pea, il primo ‘Green retail park’ interamente dedicato agli acquisti eco-sostenibili, ed è presente nello store con un centro TIM interamente dedicato alla sostenibilità. L’azienda ha attuato anche una profonda trasformazione degli uffici aziendali riducendo metri quadri e consumi energetici e ristrutturando tutti gli spazi per stimolare benessere, creatività, condivisione.

Non solo. La società ha rivoluzionato i propri Data Center adottando criteri di efficientamento energetico con l’obiettivo di farli certificare come 100% green, riducendo spazi e consumi di oltre il 15%, nonostante la crescita costante del traffico e dello storage dei dati. Nell’ambito di Operazione Risorgimento Digitale, poi, ha attuato alcuni palinsesti di grande diffusione delle competenze digitali come l’iniziativa Maestri d’Italia, le Master Class e le classi per alunni e docenti nel periodo del Covid.

Inoltre la telco ha lanciato un nuovo fondo denominato UV T-Growth, attraverso TIM Ventures la società del Gruppo dedicata al Corporate Venture Capital, grazie all’accordo con United Ventures, gestore indipendente di venture capital specializzato in investimenti nelle tecnologie digitali. Il Fondo investe in imprese innovative e punta allo sviluppo di soluzioni innovative e sostenibili in Italia e all’estero – tra cui cloudIoTintelligenza artificiale, realtà virtuale, realtà aumentata – con l’obiettivo di creare nuovi servizi, quali la Smart City e la Smart home.

Fonte: dati societari

Tutte queste azioni sono solo alcune di quelle che traghetteranno TIM verso gli obiettivi di lungo periodo, e quindi ben oltre l’orizzonte del 2022. Tra questi, “il più importante è certamente la carbon neutrality al 2030, ossia raggiungere l’impatto zero in termini di emissioni di CO2 equivalenti entro il prossimo decennio”.

Un target di sistema che, oltre a obiettivi sui consumi e sulle rinnovabili, richiede interventi sull’intera supply-chain del Gruppo. Per questo, “abbiamo messo a punto un processo, che partirà proprio a gennaio e che introduce indicatori e controlli di sostenibilità lungo tutta la catena degli acquisti, da quando si definiscono le esigenze fino al controllo nell’esecuzione del contratto”.

Finanziare la sostenibilità: il Sustainability Financing Framework

L’impegno di TIM per un futuro sostenibile si traduce anche in una solida strategia finanziaria legata alla sostenibilità.

Lo scorso dicembre “abbiamo pubblicato il framework finanziario per la prima volta allineato ai nostri obiettivi di sostenibilità”, evidenzia Danese, aggiungendo come l’azienda voglia “essere trasparente con gli investitori e dare loro l’opportunità di conoscere i nostri obiettivi di sostenibilità e l’impatto che ci aspettiamo”.

“Il Sustainability Financing Framework è concepito come una piattaforma ombrello che ci permetterà di attivare vari tipi di strumenti finanziari tra cui Bond (in formato sia pubblico che privato) e prestiti bancari”.

In questo senso va il recente collocamento del primo Sustainability Bond da 1 miliardo di TIM, con scadenza di 8 anni, i cui proventi saranno utilizzati per la trasformazione della rete da rame in fibra, da cui il Gruppo si attende un significativo efficientamento energetico. Inoltre, come previsto nel Sustainability Financing Framework, per la prima volta in Italia una società investirà parte dei fondi raccolti in progetti con valenza sociale.

Gli indici di sostenibilità

Il riconoscimento del percorso di TIM verso la sostenibilità è attestato dalla sua presenza da molti anni nei principali indici di sostenibilità. Un risultato importante, che conferma l’impegno dell’azienda anche alla luce del fatto che oggi sempre più investitori si indirizzano verso aziende sostenibili considerandole meno rischiose e più promettenti nel medio/lungo termine.

Ne è un esempio il fatto che a partire da novembre 2019 TIM si conferma negli indici di Euronext Vigeo Eiris, World 120, Eurozona 120 ed Europa 120.

A settembre 2020 la società si è confermata per il 3° anno consecutivo tra le prime 10 aziende del Refinitiv Diversity and Inclusion Index, mentre a novembre è stata confermata per il 17° anno consecutivo nel Dow Jones Sustainability Index Europe e, soprattutto, è rientrata nel Dow Jones Sustainability Index World, “un indice in cui è molto difficile entrare”.

Sempre lo scorso anno, ricorda Danese con soddisfazione, “TIM è stata classificata in fascia «A-», dalla precedente «B», nell’indice CDP che misura l’approccio delle aziende ai cambiamenti climatici, a dispetto di una media di settore sia europea sia mondiale di «C»”.

Scenario: i cambiamenti irreversibili della visione ESG e le opportunità del digitale

Guardando al prossimo futuro, “sarà molto importante verificare come saranno impiegate le risorse del Next Generation EU. Ci sono risorse sul digitale e sulla economia circolare che potranno contribuire al rilancio economico e sociale del Paese e potranno rappresentare un fattore moltiplicatore degli obiettivi che ci siamo dati con il nostro piano di sostenibilità” sottolinea la manager.

“Noi come telco siamo molto fiduciosi che il digitale sarà ampiamente supportato da questi interventi e siamo pronti a raccogliere tutte le sfide”.

Le opportunità sono molte e legate anzitutto al fatto che “la pandemia ci ha fatto comprendere due cose: la prima è che l’ambiente in cui viviamo va salvaguardato non solo per proteggerci da eventi futuri ma anche per poter vivere oggi; la seconda è che la tecnologia e i servizi digitali sono uno strumento fondamentale di resilienza”.

Uno strumento che può supportarci in molti momenti della nostra vita, dando continuità alle nostre attività. “Penso all’impossibilità di andare a fare la spesa o ad un contrattempo che ci costringe a casa o al lavoro”.

Inoltre, “nel dare accesso al digitale dobbiamo progettare le applicazioni e le soluzioni in modo semplice e rispondente alle esigenze del cliente per consentire alle persone e alle aziende di raggiungere i loro obiettivi.

Siamo di fronte a un “cambiamento importante e irreversibile che vogliamo accompagnare dando un contributo mediante la tecnologia e i servizi”, conclude Maria Enrica Danese.