Scatta il countdown in vista del cda di Mps del prossimo 28 gennaio chiamato a definire il capital plan da inviare alla BCE entro fine mese.
Dal punto di vista patrimoniale, il piano sottende un rafforzamento tale da consentire alla banca di ripristinare gli indicatori di patrimonio regolamentare, con indicatore di CET1 phased-in costantemente superiore al 12% e di affrontare oneri di ristrutturazione legati alla riduzione sostenibile della base costi”, ha spiegato la banca nella nota relativa al piano strategico al 2025 approvato lo scorso 17 dicembre 2020.
“Il capital plan conterrà una indicazione dei fabbisogni di capitale (di medio termine e non limitati al CET1), quantificati in una misura tra 2 miliardi e 2,5 miliardi, e un’indicazione circa le modalità per soddisfare detti fabbisogni”, spiega la nota.
“Il rafforzamento patrimoniale ipotizzato è idoneo a risolvere lo scenario di shortfall di patrimonio regolamentare che al 31 marzo 2021 è quantificato in oltre 0,3 miliardi e, al 1° gennaio 2022, in circa 1,5 miliardi”, aggiunge la nota.
Secondo indiscrezioni riportate da La Repubblica, l’istituto senese punta a ripristinare il proprio deficit di capital tramite un piano in tre fasi, da finalizzare entro il 2021.
La prima fase si concretizzerebbe nell’emissione di un bond subordinato Tier1 da 500 milioni, la seconda in un aumento di capitale da 1 miliardo da effettuare in primavera e la terza in un ulteriore aumento di 1 miliardo da lanciare il prossimo inverno (cifra che potrebbe cambiare in base ai risultati del semestre).
Il rafforzamento patrimoniale è un tassello importante per il futuro della banca, con il Tesoro, primo azionista con il 64,2% del capitale, che sta lavorando per accelerare la privatizzazione, che in base agli accordi con le autorità europee dovrebbe avvenire entro il 2021. Il MEF avrebbe interlocuzioni in corso la DG Comp.
Il mercato continua a guardare ad UniCredit come potenziale partner per l’istituto senese, con il Tesoro che starebbe pensando a una dote per poter agevolare la fusione. Tuttavia, bisognerà attendere la scelta del nuovo Ceo (che dovrebbe avvenire entro il 10 febbraio secondo rumor) per capire poi quale strategia vorrà intraprendere, senza dimenticare che ad aprile sarà rinnovato il board.
Nei giorni scorsi Mps ha nominato Credit Suisse quale advisor da affiancare a Mediobanca per valutare le possibili opzioni strategiche. Il tutto nell’ottica di aprire una data room a cui far accedere i potenziali operatori interessati.
La data room, secondo quanto si apprende da Reuters, sarebbe stata aperta lo scorso lunedì ma finora nessuno si sarebbe fatto avanti. La data room dovrebbe restare aperta almeno per un mese.
Intorno alle 10:50 a Piazza Affari il titolo cede lo 0,7% a 1,07 euro, mentre l’indice di settore lascia sul terreno il 3 per cento.