Il Gruppo Hera sta testando un algoritmo di intelligenza artificiale per individuare i punti in cui è più probabile una rottura della rete idrica, al fine di concentrare le proprie attività di manutenzione proprio dove serve di più e limitare l’impatto dei cantieri su viabilità e cittadinanza.
Dopo una prima sperimentazione che ha interessato 500 chilometri di rete della provincia di Rimini, l’algoritmo ha già dato buoni esiti, permettendo di circoscrivere la porzione di acquedotto sulla quale si sono poi effettivamente verificate la maggior parte delle perdite.
Nel 2021 il progetto sarà ulteriormente esteso, arrivando ad abbracciare ben 2.800 chilometri di rete, comprensivi non soltanto del riminese ma anche di un tratto di acquedotto dell’area di Forlì-Cesena.
Questo progetto pilota è un ulteriore passo in avanti nell’articolato programma di ricerca attiva delle perdite, per il quale Hera integra da tempo metodologie di tipo tradizionale con tecnologie all’avanguardia, come i satelliti e i raggi cosmici.
La multiutility si attesta già oggi fra le migliori realtà nazionali. Nel territorio emiliano-romagnolo servito da Hera, infatti, le perdite giornaliere sono limitate a 9,1 metri cubi di acqua per chilometro di rete a fronte di una media di 24 metri cubi persi dagli acquedotti italiani.
Negli ultimi tre anni, in particolare, le sole attività di ricerca attiva hanno permesso al Gruppo di individuare 2.700 perdite occulte, riparando le quali sono stati recuperati circa 7 milioni di metri cubi di risorsa idrica.
Risultati sono resi possibili dagli oltre 100 milioni di euro che il Gruppo investe ogni anno nel comparto idrico, dei quali ben 30 milioni sono destinati al rinnovo delle condotte.