Rumor sulle possibili mosse di Giorgio Girondi, che attraverso Ggg detiene il 4,98% del capitale di Banco Bpm.
Nei giorni scorsi la stessa Ggg, l’imprenditore Sandro Veronesi accanto a Calzedonia Holding, a cui fa capo circa l’1,5% del capitale, e l’imprenditore Dario Tommasi, che possiede circa l’1%, hanno dato vita a un patto di consultazione che raggruppa il 6,683% del capitale della banca di piazza Meda.
Il patto, che ha durata triennale, prevede che i soci possono “esprimere valutazioni e orientamenti circa la rispettiva posizione nei confronti della banca” ed “esaminare ogni eventuale iniziativa da assumere in ordine a possibili determinazioni della banca che direttamente o indirettamente incidano sui rispettivi diritti ovvero interessi”.
L’accordo non prevede alcun vincolo alla circolazione delle azioni detenute dagli aderenti né all’espressione del relativo voto nelle assemblee.
Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, non è da escludere che la quota raggruppata nel patto possa salire al 10%, o attraverso un rafforzamento della quota di Girondi o tramite l’apertura ad altri soggetti.
Il superamento di una partecipazione qualificata del 10%, o un suo avvicinamento, aggiunge il giornale, dovrebbe passare al vaglio della Vigilanza ma allo stato attuale non ci sono richieste in tal senso all’esame della BCE e di Banca d’Italia.
Il quotidiano nei giorni scorsi riportava che la creazione del patto sarebbe stata posta in essere nell’ottica del possibile consolidamento del settore che potenzialmente potrebbe vedere coinvolta anche Banco Bpm, che i rumor continuano ad accostare a Bper.