Mps – Oggi il cda sul capital plan

Oggi si tiene il cda di Mps chiamato a definire il capital plan da sottoporre alla BCE entro fine mese.

“Dal punto di vista patrimoniale, il piano sottende un rafforzamento tale da consentire alla banca di ripristinare gli indicatori di patrimonio regolamentare, con indicatore di CET1 phased-in costantemente superiore al 12% e di affrontare oneri di ristrutturazione legati alla riduzione sostenibile della base costi”, ha spiegato la banca nella nota relativa al piano strategico al 2025 approvato lo scorso 17 dicembre 2020.

“Il capital plan conterrà una indicazione dei fabbisogni di capitale (di medio termine e non limitati al CET1), quantificati in una misura tra 2 miliardi e 2,5 miliardi, e un’indicazione circa le modalità per soddisfare detti fabbisogni”, spiega la nota.

“Il rafforzamento patrimoniale ipotizzato è idoneo a risolvere lo scenario di shortfall di patrimonio regolamentare che al 31 marzo 2021 è quantificato in oltre 0,3 miliardi e, al 1° gennaio 2022, in circa 1,5 miliardi”, aggiunge la nota.

Secondo indiscrezioni riportate da Reuters, il cda si avvia ad approvare un capital plan “qualitativo” in assenza di un potenziale compratore disposto a firmare un accordo di riservatezza, che nei prossimi dovrebbe consentire di colmare il deficit di capitale.

Secondo quanto si apprende da MF il board, con il supporto dell’advisor Oliver Wyman, potrebbe predisporre un piano in due fasi.

La prima fase prevedrebbe l’emissione di un bond AT1 da 500 milioni entro giugno. Tale bond, secondo Il Messaggero, potrebbe essere collocato tra marzo-aprile da JP Morgan e Citigroup.

La secondo fase prevedrebbe un aumento di capitale da 1,5 miliardi (che potrebbe arrivare anche a 1,8 miliardi secondo Il Messaggero) da completare entro il 2021. In quest’ultimo caso, però si potrebbe procedere solo dopo avere avuto un quadro più chiaro sugli impatti della pandemia e sull’andamento delle potenziali trattative tra il Tesoro ed eventuali operatori interessati alla banca, anche se l’attuale impasse politico potrebbe rallentare l’iter di privatizzazione, che dovrebbe avvenire entro fine anno.

Lo stesso Tesoro, primo azionista della banca senese con il 64,2% del capitale, potrebbe avere interesse a guadagnare tempo in attesa di avere una situazione più chiara, anche su possibili pretendenti per la banca.

Nei giorni scorsi Mps ha nominato Credit Suisse advisor al fianco di Mediobanca per vagliare le varie opzioni strategiche, nell’ottica di aprire una data room per sondare gli operatori potenzialmente interessati. Reuters nei giorni scorsi ha riportato che la data room sarebbe stata aperta poco più di una settimana fa ma finora nessuno ne avrebbe richiesto l’accesso.

UniCredit continua ad essere indicata come la partner più probabile per una fusione con l’istituto toscano ma prima bisognerà capire quale strategia vorrà intraprendere il nuovo Ceo designato Andrea Orcel, che entrerà in carica solo ad aprile dopo i dovuti passaggi formali.

Intorno alle 10:30 a Piazza Affari il titolo cede lo 0,3% a 1,06 euro, mentre l’indice di settore lascia sul terreno l’1,4 per cento.