Iniziative Bresciane – La produzione idroelettrica spinge i risultati. Buone prospettive con il nuovo socio DEH

Nel primo semestre 2020 la situazione metereologica favorevole ha spinto la produzione di energia idroelettrica (+11,5% a/a a 80,8 GWh) del gruppo bresciano, che ha così visto i propri ricavi crescere del 2,1% a 9,2 milioni, nonostante il calo dei prezzi medi dell’energia venduta a causa del lockdown imposto dalla pandemia. La positiva performance si è riverberata sulla gestione operativa (Ebitda +5,4% a 6,5 milioni, Ebit +15,7% a 3,1 milioni) e sull’utile netto di gruppo (+12,1% a 1,5 milioni). Il gruppo prosegue con gli investimenti in centrali idroelettriche, potendo contare anche su oltre 25 milioni di mezzi freschi affluiti con il rafforzamento patrimoniale concluso in novembre.

Modello di business

Iniziative Bresciane (INBRE) opera nel settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, con focus su impianti idroelettrici di medie e piccole dimensioni, inferiore a 3 MW, direttamente o attraverso società operanti nel settore idroelettrico, alcune in partnership con istituzioni pubbliche e private.

Il gruppo è titolare e gestisce 30 impianti idroelettrici in esercizio, che per la quasi totalità beneficiano di meccanismi di incentivazione (certificati verdi, oggi denominati GRIN, o tariffa omnicomprensiva), avendo ottenuto la qualificazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili (IAFR o FER) da parte del Gestore dei Servizi Energetici (GSE).

Gli impianti idroelettrici sono localizzati nelle province di Brescia (12 impianti), Bergamo (12 impianti), Cremona (4 impianti) e Trento (2 impianti). Il gruppo inoltre è titolare di progetti in corso di sviluppo e/o concessioni già rilasciate.

Ultimi avvenimenti

A novembre si è conclusa l’operazione straordinaria di rafforzamento patrimoniale con la sottoscrizione di due distinti aumenti di capitale, così come da accordo di investimento vincolante siglato con Dolomiti Energia Holding (DEH) e Finanziaria Valle Camonica (FVC), azionista di maggioranza di INBRE. L’operazione si è concretizzata con l’integrale sottoscrizione dell’aumento di capitale riservato a DEH, per complessivi 17,35 milioni, che è venuta così a detenere il 16,53% del capitale sociale di INBRE, e quello in opzione per 7,99 milioni.

Le risorse raccolte saranno indirizzate al finanziamento di progetti idroelettrici in corso di realizzazione e nuovi progetti strategici.

Pertanto, la controllante FVC e l’Istituto Atesino di Sviluppo, soci storici di INBRE, sono venuti così a detenere rispettivamente il 52% (61,1% al 30.06.2020) e il 12,4% (14,4% al 30.06.2020).

Conto economico

Nel primo semestre 2020 i ricavi netti consolidati sono aumentati del 2,1% a 9,2 milioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, grazie al positivo andamento della produzione di energia che ha compensato il calo dei prezzi medi dell’energia venduta, in conseguenza del lockdown dovuto alla pandemia che ha determinato una forte riduzione della domanda di energia.

Il margine operativo lordo è salito del 5,4% a 6,5 milioni, con un’incidenza percentuale sui ricavi netti pari al 71%, in miglioramento di 220 basis points.

A valle di ammortamenti e svalutazioni ridottisi del 2,4% a 3,5 milioni, l’Ebit ha registrato un progresso del 15,7% a 3,1 milioni, con il corrispondente margine salito di 390 basis points al 33,3%.

Il risultato netto di pertinenza del gruppo è salito del 12,1% a 1,5 milioni, anche in presenza di una minore imposizione fiscale (tax rate sceso al 36,8% dal 40,5%). In miglioramento anche il net margin, passato dal 14,6% al 16%.

Dati operativi

Nel periodo in esame, grazie a una situazione metereologica favorevole seppure non omogenea, la produzione di energia idroelettrica del gruppo è aumentata dell’11,5% passando da 72,5 a 80,8 GWh, equivalenti al consumo di energia da parte di oltre 30mila nuclei familiari. Un andamento che, peraltro, ha consentito di abbattere le emissioni di CO2 per circa 39mila tonnellate.

Stabile il numero delle centrali in esercizio, pari a 30, per una potenza installata complessiva di 47,4 MW.

Stato patrimoniale

Sul fronte patrimoniale si rileva che l’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2020 era pari a 68,9 milioni, in aumento di circa 3,4 milioni rispetto a 65,5 milioni di fine 2019 (71,0 milioni al 30 giugno 2019). A maggio 2020 sono stati erogati dividendi pari a circa 2,5 milioni.

Si fa presente che suddetti dati non recepiscono ancora gli effetti del rafforzamento patrimoniale di novembre 2020, che ha visto introitare nuove risorse per oltre 25 milioni.

Ratio

In tema di solidità patrimoniale, gli indicatori considerati riflettono il maggiore ricorso ai mezzi di terzi, tipico nel settore energetico da fonti rinnovabili.

Infatti, si mantiene elevato, seppure in diminuzione, sia l’indicatore del rimborso del debito pari a 4,76x a fine 2019, dal 6,09x del 2018 (5,27x il dato al 30.06.2020 annualizzato), sia il quoziente di indebitamento a 1,58x dall’1,7x di fine 2018.

Di buon livello l’indicatore del ritorno per gli azionisti, aumentato dal 4,10% del 2018 al 9,17% del 2019 (7,48% il dato al 30.06.2020 annualizzato).

Outlook

Il Gruppo prosegue con gli investimenti in centrali idroelettriche completando gli iter concessori e autorizzativi in corso e avviando i cantieri relativi alle centrali autorizzate.

In particolare, al 30 giugno 2020 il portafoglio di iniziative per lo sviluppo di nuove centrali idroelettriche ammontava a 47 progetti, per complessivi 24,6 MW. Tra questi, sono recentemente entrati in funzione, nel rispetto delle tempistiche realizzative previste, gli impianti “Urago DMV” e “Palosco DMV”, siti rispettivamente nei Comuni bresciani di Pontoglio e Palazzolo sull’Oglio, con potenza di concessione complessiva pari a circa 461 KW. Entrambi gli impianti sono di titolarità di INBRE.

Il gruppo, inoltre, continua a valutare “le molteplici opportunità di sviluppo esterno offerte dal mercato in cui opera, oltre che a nuove iniziative”.

Borsa

Iniziative Bresciane capitalizza attualmente circa 85 milioni e, nonostante i volumi ridotti, risulta la società a maggiore capitalizzazione tra le Utility e Rinnovabili del mercato Aim Italia.

Nelle ultime 52 settimane il titolo ha complessivamente sovrapreformato il Ftse Aim Italia. Nel periodo, infatti, le azioni della società presieduta da Battista Albertani, dopo avere toccato un minimo di 12,45 euro il 30 marzo 2020 nel pieno della pandemia, hanno messo a segno un deciso recupero che le ha portate a toccare un massimo di 18,02 euro lo scorso 17 agosto, per attestarsi ora in area 16,30 euro, in progresso del 6% a fronte del -6% riportato dall’indice di appartenenza.

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