Mps – Ancora rumor sulla privatizzazione

Il Tesoro, primo azionista di Mps con il 64,2% del capitale, intende dimezzare, agevolando il ricorso ad accordi transattivi, i potenziali rischi legali per circa 10 miliardi in capo alla banca senese, nell’ottica di facilitare la privatizzazione.

Lo si apprende da Reuters, aggiungendo che i suddetti 10 miliardi tra possibile cause e richieste stragiudiziali sono il problema principale nell’ottica di arrivare a una privatizzazione dell’istituto, che in base agli accordi con le autorità europee dovrebbe avvenire entro il 2021.

Il MEF vorrebbe agevolare un’aggregazione (il partner ideale continua ad essere indicata in UniCredit dai rumor) riducendo l’ammontare del contenzioso e provando a eliminare la responsabilità solidale di Mps sui rimanenti rischi legali.

In particolare, secondo l’agenzia, il Tesoro starebbe aiutando Mps a trovare una soluzione alla vertenza stragiudiziale da 3,8 miliardi con la Fondazione Mps, che avrebbe respinto una prima ipotesi di accordo di circa 70 milioni. Le interlocuzioni starebbe proseguendo, con una possibile intesa che potrebbe includere l’integrazione con una parte in azioni.

La Fondazione ha rifiutato una prima ipotesi di accordo, pari a 70 milioni circa, prospettata informalmente dai vertici della banca. I contatti proseguono e le parti discutono la possibilità di integrare l’offerta con una quota in azioni, secondo una delle fonti.

Al netto della quota da risolvere con accordi transattivi, secondo quanto riporta Reuters, per i rimanenti 5 miliardi di potenziali rischi legali residui, il Tesoro avrebbe allo studio accordi di garanzia e controgaranzia, sia attraverso l’apporto di operatori privati sia di Sace, una società controllata da Cassa Depositi e Prestiti (Cdp). Fintecna, sempre del gruppo Cdp, avrebbe in capo la gestione tecnica.

Se suddetta possibilità presentasse delle problematiche, aggiunge l’agenzia, il Tesoro sarebbe pronto a rivalutare una soluzione pensata nelle scorse settimane, con una parte dei rischi legali che sarebbe coperta da una garanzia e una parte trasferita ad una società controllata dallo Stato.

Altre indiscrezioni sono riportate da La Repubblica, secondo cui il Governo starebbe valutando una scissione asimmetrica non proporzionale con il trasferimento a Mps Capital Services, controllata di Mps con la licenza bancaria, degli attivi. Quest’ultima diventerebbe la nuova Mps. Nella vecchia rimarrebbero una parte del capitale, gli accantonamenti e le cause legali.

Intorno alle 10:10 a Piazza Affari il titolo guadagna l’1,5% a 1,05 euro, mentre l’indice di settore sale dell’1 per cento.