Per Arterra Bioscience la pandemia da Covid-19 è stata un’opportunità per diversificare l’attività di ricerca e lo sviluppo del business verso nuovi mercati quali i prodotti farmaceutici e nutraceutici. La società quotata dal 28 ottobre 2019 sull’AIM ha così aumentato la capacità produttiva e rafforzato la struttura organizzativa con effetti sui margini 2020, anche se gli analisti prevedono uno sviluppo della produzione ad un Cagr del 17% fino a 6,8 milioni del 2023, quando l’Ebitda è atteso a 3,4 milioni con margini al 50%. Il tutto se saprà dimostrare l’effettiva capacità di diversificare entro i termini previsti e crescere nei cosmetici.
Modello di Business
Arterra Bioscience è un’azienda green biotech, specializzata in ricerca e sviluppo nell’ambito delle biotecnologie. Fondata a Napoli nel 2004 dall’Amministratore Delegato Gabriella Colucci, dopo un’esperienza di ricerca decennale presso l’Università di San Diego in California e presso la società biotech Arena Pharmaceuticals, Arterra sviluppa prodotti e processi che rappresentano vere e proprie tecnologie abilitanti e che trovano applicazione in svariati comparti industriali, come la cosmetica, l’agricoltura e la nutraceutica. Le principali attività e applicazioni svolte da Arterra riguardano:
- Sviluppo di piattaforme tecnologiche innovative, impiegate nello “screening” di composti attivi per diverse applicazioni industriali;
- Messa a punto di nuovi processi di estrazione, volti a migliorare la sostenibilità e la resa di composti interessanti;
- Produzione di materie prime innovative e “high-tech” con applicazione in diversi settori industriali.
L’azienda è composta da un gruppo di ricercatori altamente specializzati e dispone di ampi spazi di laboratorio, dotati di macchinari all’avanguardia, e di un sito di produzione certificato GMP. Nel corso degli anni ha siglato una serie di collaborazioni con aziende, università e istituti di ricerca in Italia e nel mondo. In particolare, Isagro S.p.A., azienda italiana attiva nell’ambito dell’agrochimica, collabora stabilmente con Arterra e dal 2005 è azionista, oggi con una quota del 16,7%.
Dal 2008 Arterra ha un contratto di ricerca con Intercos S.p.A., tra i leader global nel settore della cosmetica a cui fornisce servizi di ricerca e nuove materie prime per utilizzo cosmetico. Nel 2010 le due aziende hanno lanciato Vitalab, joint venture focalizzata sulla commercializzazione di prodotti innovativi per la cura della pelle, l’igiene personale e il “functional make up”.
A inizio 2014 Arterra, Vitalab (controllata per il 75% da Intercos tramite CRB – Centre de Recherches Biocosmetiques), Intercos e CRB hanno siglato un contratto di ricerca e sviluppo, rinnovato poi fino al 31 dicembre 2023, in forza del quale la società napoletana non potrà svolgere analoga attività per altri soggetti ma potrà beneficiare dei ricavi derivanti da suddetto accordo.
Ad oggi Arterra è stata selezionata e finanziata da 16 progetti di ricerca, sia italiani che europei, ha depositato diversi brevetti nazionali e internazionali ed ha pubblicato oltre 30 articoli scientifici su riviste “peer-reviewed”.
Ultimi Avvenimenti
Il 3 agosto Arterra Bioscience ha depositato un brevetto che raccoglie i risultati di una ricerca che ha identificato un composto naturale derivato da scarti della filiera agroalimentare capace di legare la proteina Spike, prevenendo così l’infezione virale da SARS-CoV-2 (Covid-19). Oltre ad aver individuato la possibilità di bloccare quel virus, questa scoperta apre la strada allo sviluppo di nuovi prodotti con potenziale applicazione antivirale in diversi settori industriali, quali cosmetico, farmaceutico e agroalimentare.
Nel luglio 2020 Arterra ha sottoscritto con l’altro socio di Vitalab, CRB, e con Intercos un addendum al patto parasociale tra loro siglato il 14 febbraio 2014, e modificato il 7 ottobre 2015, ai sensi del quale le parti hanno prorogato fino al10 ottobre 2025, il termine in favore di Arterra di sottoscrivere la porzione ad essa spettante dell’aumento di capitale sociale di Vitalab, deliberato il 7 ottobre 2015. Inoltre, è stato prorogato fino al 10 ottobre 2025 il diritto di Arterra di ricevere una quota del 40% degli utili di Vitalab di cui l’assemblea della stessa ne deliberi la distribuzione.
Conto Economico
Nel primo semestre 2020 Arterra Bioscience ha realizzato un valore della produzione pari a 2,1 milioni, in crescita del 10,7% su base annua beneficiando soprattutto delle borse di ricerca. Nel periodo in esame la società ha incrementato la capacità produttiva grazie agli investimenti effettuati nel 2019 (1,9 milioni) e ha rafforzato la struttura organizzativa assumendo un Chief Operating Officer.
Il calo dell’Ebitda del 17% a 617mila euro, e del relativo margine al 29,7% dal 39,7% a fine giugno 2019, sconta pertanto maggiori acquisti di materie prime per prevenire eventuali problemi di approvvigionamento della clientela a causa della pandemia, maggiori costi dei servizi e l’aumento del costo del lavoro per nuove assunzioni di alto profilo.
L’Ebit si è fissato a 435mila euro, con un margine sceso al 21% (37,1% nel primo semestre 2019).
Il periodo in esame si è chiuso con un utile netto di 344mila euro, pressoché dimezzato rispetto al periodo di confronto.
Stato Patrimoniale
Sul fronte patrimoniale a fine giugno 2020 la liquidità netta si è fissata a 3,9 milioni, in lieve diminuzione rispetto ai 4 milioni a fine anno 2019.
Ratio
I principali ratio patrimoniali non sono significativi, in presenza di una posizione finanziaria netta positiva. Il ritorno per gli azionisti (ROE) annualizzato a fine giugno 2020 scende al 9,4% dal 12,1% del 2019, scontando la contrazione della redditività per il maggior peso dei costi operativi e l’aumento degli ammortamenti.
Evoluzione prevedibile della gestione
Gli analisti di Banca Profilo, nell’Equity Research del 4 novembre 2020, prevedono per il 2020un valore della produzione sostanzialmente stabile a 3,6 milioni e un Ebitda in calo di circa il 27% a 0,9 milioni, scontando gli sforzi per l’aumento della capacità produttiva e il rafforzamento della struttura organizzativa.
Nel periodo 2019-2023 stimano che il valore della produzione potrà aumentare ad un Cagr del 17% fino a 6,8 milioni, riferiti per circa il 70% ai cosmetici, al 9% ai dispositivi medici, al 7% alle licenze IP e al 10% ai finanziamenti per la ricerca. L’Ebitda dovrebbe salire a 3,4 milioni nel 2023, con il relativo margine al 50%.
Il tutto in relazione al fatto che Arterra dimostri l’effettiva capacità di diversificare il business verso nuovi mercati di sbocco entro i termini previsti e di crescere nei cosmetici anche oltre al sostegno di Intercos.
Borsa
Ieri le azioni Arterra Bioscience hanno chiuso le contrattazioni a 2,92 euro.
Il titolo, dopo aver subito contraccolpo iniziale della pandemia da Covid-19 e aver toccato lo scorso 12 marzo il minimo dell’ultimo anno a 1,97 euro, è stato in grado reagire prontamente fino a riportarsi il 5 agosto sul massimo del 18 febbraio 2020 a 3,86 euro, con un recupero del 96%.
Un recupero che ha sicuramente beneficiato dell’annuncio lo scorso 4 agosto del deposito di un brevetto che raccoglie i risultati di una ricerca che ha identificato un composto naturale, derivato da scarti della filiera agroalimentare, capace di legare la proteina Spike, prevenendo così l’infezione virale da SARS-CoV-2 (Covid-19).
Complessivamente nelle ultime 52 settimane il titolo ha lasciato sul terreno circa il 20% rispetto al calo del 2% registrato dal Ftse Aim Italia.
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