Banca Popolare di Sondrio ha chiuso il 2020 con un margine di intermediazione pari a 869,1 milioni (-3,8% a/a), risentendo dell’andamento negativo dei profitti da trading, che si sono fissati a 58,3 milioni (-50,2%).
Il margine di interesse è salito a 490 milioni (+6,4%), principalmente per i benefici provenienti dal funding ottenuto con le operazioni di rifinanziamento presso la BCE e per il positivo effetto volume derivante dalla sensibile crescita delle nuove erogazioni.
Le commissioni nette sono leggermente diminuite a 316,4 milioni (-1,8% a/a). Esse risultano penalizzate in particolare modo dal minor contributo derivante dai servizi di incasso e pagamento, dai servizi per operazioni di factoring nonché dall’attività di collocamento titoli. Queste solo in parte controbilanciate dai maggiori flussi commissionali riconducibili invece al risparmio amministrato e ai finanziamenti.
I costi operativi sono rimasti sostanzialmente stabili a 521,3 milioni (+0,1%), al cui interno le spese per il personale sono leggermente salite a 247 milioni (+0,7%), mentre gli altri costi sono aumentati a 278,9 milioni (+2,6%), includendo gli oneri di sistema per 35,3 milioni.
Tali dinamiche hanno portato a un risultato della gestione operativa di 130,6 milioni (-23,1%), dopo rettifiche su crediti in aumento a 217,2 milioni (+2%; la voce include l’importo di 49,4 milioni relativo a perdite per la cessione di sofferenze nell’ambito dell’operazione Diana e 4 milioni di oneri sempre legati alla cessione stessa).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di pertinenza della capogruppo pari a 106,6 milioni (-22,4%).
Dal lato patrimoniale, a fine dicembre 2020 gli impieghi a clientela salgono a 35,5 miliardi (+7,3% rispetto al 31 dicembre 2019), mentre la raccolta da clientela aumenta a 32,7 miliardi (+9,8% rispetto a fine 2019).
I crediti deteriorati lordi sono pari a 2,2 miliardi (-38,6% rispetto al 31 dicembre 2019, coverage ratio al 52,36%), al cu interno le sofferenze si fissano a 1,1 miliardi grado di copertura al 67,93%) e le inadempienze probabili a 1,2 miliardi (coverage ratio al 39,81%).
I crediti deteriorati netti ammontano a 1,1 miliardi, al cui interno le sofferenze sono pari a 346 milioni e le inadempienze probabili a 695 milioni.
In riferimento alla solidità patrimoniale, al 31 dicembre 2020 il CET1 si attesta al 16,2% (16,02% a fine 2019).
Mario Alberto Pedranzini, consigliere delegato di Popolare di Sondrio, ha commentato: “Tra poco meno di un mese la banca raggiunge lo storico traguardo del centocinquantesimo anniversario dalla fondazione e sono orgoglioso di poter affermare che, come fatto in questo lungo cammino di crescita sempre per linee interne, anche nel 2020 si sono ottenuti risultati positivi.
Ciò è tanto più significativo perché siamo reduci da un anno in cui la pandemia globale da Covid-19 ha minato le assunzioni alla base del nostro sistema economico e sociale.
Gli utili derivanti dall’attività bancaria caratteristica risultano in crescita rispetto a
quelli fatti registrare nel 2019 e contribuiscono in maniera decisiva al raggiungimento di
una buona redditività complessiva, sintetizzata da un ROE vicino al 4 per cento.
Ciò ci consentirà di tornare al pagamento dei dividendi nel rispetto dei vincoli posti dalla
BCE, contemperando le giuste attese dei soci e degli azionisti con le esigenze di
autofinanziamento”.