Creval ha archiviato il 2020 con un margine di intermediazione pari a 594,3 milioni (-3,7% a/a).
Il margine di interesse è sceso a 340,2 milioni (-2,1%), mentre le commissioni nette sono calate a 230,4 milioni (-7,5%). I ricavi da trading hanno registrato un saldo netto positivo di 761 migliaia di euro (-38,2%).
Dopo oneri operativi scesi a 393,2 milioni (-8,9%), il risultato lordo di gestione si è fissato a 201,1 milioni (+8,3%).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 113,2 milioni (+101,3%), grazie a rettifiche su crediti in forte calo a 113,2 milioni (-27,9% su base annua; la voce include un aggiornamento delle ipotesi macroeconomiche connesse al all’applicazione dell’IFRS9) e alla plusvalenza da 33,5 milioni legata alla cessione del ramo di attività del credito su pegno.
A livello patrimoniale, al 31 dicembre 2020 gli impieghi alla clientela sono leggermente aumentati a 19,6 miliardi (+0,6% rispetto a fine 2019), mentre la raccolta diretta da clientela cala a 17,9 miliardi (-5,8% rispetto al 31 dicembre 2019).
I crediti deteriorati netti al 31 dicembre 2020 sono pari a 494 milioni (-33% rispetto a fine 2019, grado di copertura al 48,3%), al cui interno le sofferenze ammontano a 113 milioni grado di copertura al 62,8%) e le inadempienze probabili a 360 milioni (grado di copertura al 42,7%).
Sul fronte della solidità patrimoniale, a fine giugno il CET1 si fissa al 19,6% (15,50% al 31 dicembre 2019).
L’attività della banca proseguirà nell’implementazione delle linee guida di Piano, la cui valenza strategica è stata confermata dai risultati dell’esercizio 2020 che hanno messo in
luce i progressi nel raggiungimento di una redditività sostenibile, una qualità del credito
notevolmente migliorata e un’elevata solidità ai vertici del sistema bancario, confermando al contempo una robusta posizione di liquidità, tutto ciò nonostante il difficile contesto esterno.
I ricavi sono previsti in crescita sia sul fronte del margine di interesse che delle commissioni.