Fineco ha archiviato il quarto trimestre 2020 con un margine di intermediazione salito a 181,6 milioni (+7,6% a/a), grazie al contributo significativo delle commissioni nette. Il periodo si è chiuso con un utile netto di 78,2 milioni (+9,3%).
“Il 2020 ha rappresentato un anno di crescita impetuosa per Fineco, dimostrando l’efficacia del suo modello di business diversificato e al tempo stesso la grande capacità di attrazione in un contesto che ha visto i clienti sempre più alla ricerca di soluzioni di qualità”.
È con queste parole che Alessandro Foti, Ad e Dg di Fineco, ha commentato i risultati del quarto trimestre 2020.
“La risposta positiva alle iniziative sviluppate in collaborazione con i nostri consulenti finanziari per investire la liquidità ha sostenuto la crescita dell’area investing; a queste
si è accompagnato inoltre il forte sviluppo dei clienti interessati a interagire con i mercati attraverso le nostre piattaforme.
Il Dna digitale di Fineco ha contribuito a mantenere sostenibile questa svolta, rappresentando la base per un’ulteriore espansione della piattaforma tramite nuovi progetti, e supportando la spinta verso il raggiungimento di obiettivi ESG ancora più ambiziosi”, ha aggiunto il manager.
Il margine di intermediazione si è attestato a 181,7 milioni (+7,6% a/a), al cui interno le commissioni nette sono balzate a 96,7 milioni (+17,5%), grazie al contributo di tutte le aree di business.
“Si rammenta inoltre che nel mese di dicembre 2020 sono stati rimborsati a un cluster di clientela i canoni pagati a partire da febbraio 2020 relativamente al repricing dei servizi bancari. L’impatto sull’utile netto è nullo in quanto tale importo era stato accantonato nella voce altri oneri e accantonamenti già nel corso dei precedenti trimestri, in seguito all’avvio da parte dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (A.G.C.M.) di un procedimento finalizzato a valutare la conformità al Codice di Consumo di una pratica commerciale seguita in passato per promuovere l’apertura del conto corrente”, spiega una nota.
“In tale ambito la banca, pur confermando la correttezza del proprio operato, si è impegnata a ristorare i clienti interessati dalla pratica commerciale in oggetto. Nel mese di dicembre 2020 l’Autorità ha comunicato alla banca l’accettazione degli impegni presentati e la conseguente chiusura del procedimento”, aggiunge la nota.
In calo a 63,9 milioni il margine di interesse (-8,3%), a causa principalmente della discesa dei tassi base.
I profitti da trading sono saliti a 19,1 milioni (+37,4%).
I costi operativi sono aumentati a 72,9 milioni (+13%), principalmente per effetto della stagionalità che caratterizza il periodo. Il costo del personale è cresciuto a 26 milioni (+10,2%), mentre gli altri costi sono saliti a 46,9 milioni (+14,7%).
Le dinamiche sopra esposte hanno determinato un risultato lordo di gestione salito a 108,7 milioni (+4,2%) e a un utile netto adjusted di 78,2 milioni (+9,3%).
“In seguito al rimborso del canone relativo al repricing dei servizi bancari pagato nel 2020 da un cluster di clientela, nel quarto trimestre 2020 sono stati rilasciati 6,3 milioni accantonati nei trimestri precedenti, in seguito alla comunicazione ricevuta da parte dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (A.G.C.M.)”, si legge in una nota.