Banca Generali ha archiviato il quarto trimestre 2020 con un margine di intermediazione pari a 170,2 milioni (in linea con il periodo di confronto), beneficiando della crescita delle commissioni nette ricorrenti grazie all’incremento delle masse. Il periodo si è chiuso con un utile netto di 79,1 milioni (+4%). Il risultato rappresenta uno dei migliori trimestri nella storia della banca.
Banca Generali nel quarto trimestre 2020 ha messo in luce solidi risultati, frutto della strategia prudente e diversificata perseguita dal management, con le masse totali che a fine dicembre 2020 sono aumentate a 74,5 miliardi (+8% rispetto ai 69 miliardi a fine anno 2019), trainate tanto dalla raccolta quanto dalla costante ripresa della performance dai minimi di marzo.
La componente gestita e assicurativa si è attestata complessivamente a 53,8 miliardi (+6,5%), trainata dalle soluzioni gestite (37,4 miliardi, +9,9%) mentre le polizze vita tradizionali sono rimaste stabili a 16,5 miliardi.
La componente amministrata si è assestata a 20,7 miliardi (+11,8%), di cui 9,7 miliardi (+7,8%) in conti correnti a vista mentre le masse in risparmio amministrato sono cresciute a 11 miliardi (+15,5%), trainate dall’aumento della raccolta sia da clienti esistenti che da nuovi clienti grazie al recente potenziamento dell’offerta della banca nell’advisory e nei servizi di negoziazione.
le masse sotto consulenza evoluta (BGPA) sono salite del 27% a 6 miliardi (4,7 miliardi a fine 2019), rappresentando l’8,1% delle masse complessive.
“Un risultato molto solido di cui siamo orgogliosi per l’impegno e la determinazione
che esprime. In un anno così complesso caratterizzato dall’emergenza sanitaria e dalla crisi economica siamo stati in grado di stare ancor più vicini ai clienti e proteggere al meglio i patrimoni come si evince dai picchi di masse, flussi di raccolta e risparmi sotto advisory evoluta”, ha commentato Gian Maria Mossa, Ad e Dg di Banca Generali.
“Nonostante gli oneri straordinari ed aliquota fiscale più elevata, ci lasciamo alle spalle il miglior anno nella storia della banca. Siamo entrati nell’ultimo anno di piano triennale convinti di rispettare i target prefissati ed in molti casi di superarli, forti della costante crescita nella diversificazione dei ricavi e nella forza della leva operativa, con asset in crescita e costi sotto controllo”, ha aggiunto il manager.
Il margine di intermediazione si è attestato a 170,2 milioni (in linea con il periodo di confronto), al cui interno le commissioni nette ricorrenti sono salite a 96,4 milioni (+3,1%), spinte in particolare dalla crescita delle soluzioni gestite, mentre le commissioni variabili sono scese a 41,3 milioni (-19,1%). Nel complesso le commissioni nette sono state pari a 137,8 milioni (-4,7%).
In crescita a 22,6 milioni il margine di interesse (+12,4%).
I costi operativi sono scesi a 63,3 milioni (-1,9%), per il venir meno di costi straordinari legati all’integrazione delle nuove società acquisite. Le spese per il personale sono calate a 27,8 milioni (-6,1%), mentre gli altri costi sono rimasti sostanzialmente stabili a 35,5 milioni (+1,7%).
Il risultato lordo di gestione si è pertanto fissato a 107 milioni (+1,8%).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 79,1 milioni (+4%), dopo aver contabilozzato alcuni recuperi di valore (1,7 milioni contro le svalutazioni per 3,1 milioni nel quarto trimestre 2019) nella valutazione del portafoglio titoli finanziari per il migliorato contesto dei mercati finanziari e nonostante un significativo innalzamento del carico fiscale (+43% a 17,2 milioni).