Mps ha archiviato il quarto trimestre 2020 con un margine di intermediazione pari a 717,1 milioni (-16,4% a/a), risentendo dell’andamento negativo dei profitti da trading mentre le componenti core hanno mostrato nel complesso una buona tenuta. Il periodo si è chiuso con una perdita netta di 149,7 milioni (rosso di 1.219,9 milioni nel quarto trimestre 2019), scontando anche l’impatto di alcuni elementi one-off.
Mps ha archiviato il quarto trimestre 2020 in rosso, risentendo del calo dei ricavi accompagnato da una riduzione dei costi meno che proporzionale, oltre che della contabilizzazione di alcune componenti non operative non ricorrenti.
Dal punto di vista operativo, il margine di intermediazione è risultato in calo soprattutto a causa del saldo negativo dei profitti da trading rispetto al contributo positivo nel quarto trimestre 2020, mentre le componenti core hanno mostrato nel complesso una buona tenuta, in particolare le commissioni nette.
Il margine di intermediazione si è fissato a 717,1 milioni (-16,4% a/a). In diminuzione il margine di interesse (-6,4% a 311,9 milioni), con una sostanziale tenuta della componente
commerciale, ma negativamente impattato dalle operazioni di de-risking Hydra (inclusa la
collegata emissione di bond subordinati) e dal costo della liquidità in eccesso detenuta
presso banche centrali, anche a fronte della significativa crescita della raccolta da clientela.
Le commissioni nette sono salite a 380,4 milioni (+2,5%), grazie alla tenuta delle commissioni sul credito, sul risparmio gestito e sui servizi bancari tradizionali.
I ricavi da attività di trading hanno registrato un saldo netto negativo di 8,6 milioni (+135,3 milioni nel periodo di confronto), a seguito delle maggiori minusvalenze registrate in particolare su titoli OICR e il minore apporto della controllata Mps Capital Services, mentre gli altri ricavi si sono attestati a 33,4 milioni (+90,9%), grazie all’apporto positivo generato dalla partnership con Axa nella bancassurance.
In calo i costi operativi (-3,5% a 573,4 milioni), al cui interno le spese per il personale sono leggermente salite a 355,2 milioni (+0,8%), anche dopo le 560 uscite per Fondo di Solidarietà registrate nel periodo, mentre gli altri costi sono diminuiti a 218,2 milioni (-9,6%), a seguito delle azioni di saving poste in essere.
Il risultato lordo di gestione si è pertanto fissato a 143,7 milioni (-45,4%) e, dopo rettifiche su crediti scese a 125,4 milioni (-35,4%; per i minori accantonamenti su posizioni già deteriorate e per i minori passaggi a default, che hanno beneficiato degli effetti delle
moratorie concesse nell’ambito dei decreti governativi emanati a seguito dell’emergenza Covid-19 e degli effetti positive generati dall’acquisizione delle garanzie statali sui finanziamenti erogati nell’ambito dei suddetti decreti), il risultato netto di gestione è ammontato a 18,3 milioni (-73,5%).
La voce altri accantonamenti e poste straordinarie ha registrato un saldo negativo di 240,2 milioni (+121%).
Tali dinamiche hanno portato a una perdita netta di 149,7 milioni (rosso di 1.219,9 milioni nel quarto trimestre 2019), dopo avere scontato anche oneri di ristrutturazione una tantum per 25,2 milioni.