Intesa SP – Le masse amministrate di Fideuram – Intesa SP Private Banking salgono a 257,2 (+6%) mld a fine 2020, nuovo massimo storico

Il gruppo Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking (gruppo Intesa Sanpaolo), a fine 2020 dicembre 2020, ha raggiunto masse amministrate pari a 257,2 miliardi, in aumento di 14,5 miliardi (+6%) rispetto al 31 dicembre 2019, raggiungendo il livello più alto mai registrato nella storia del gruppo.

L’evoluzione delle masse rispetto alla fine del 2019 è attribuibile principalmente all’eccellente performance commerciale, che ha visto le reti di private banker realizzare una raccolta netta pari a 11,7 miliardi. Il patrimonio amministrato ha anche beneficiato, seppur in misura inferiore, della performance di mercato, che ha inciso positivamente per circa 2,8 miliardi.

Infatti, l’effetto negativo legato all’andamento molto sfavorevole dei mercati nel primo trimestre dell’anno, in seguito alla diffusione globale dell’epidemia Covid-19, è stato più che recuperato nel corso dei trimestri successivi.

L’analisi delle masse per aggregati evidenzia che la componente di risparmio gestito è risultato pari a € 174,6 miliardi (165,4 miliardi a fine 2019, +6%), pari a circa 68% delle masse amministrate.

Nel 2020 l’attività commerciale ha registrato 11,7 miliardi di raccolta netta, in crescita del 7% rispetto al 2019 (10,9 miliardi) nonostante la straordinaria complessità del contesto di riferimento.

L’analisi per aggregati mostra che la raccolta di risparmio gestito, pari a 5,8 miliardi, ha
registrato un incremento di 1,2 miliardi (+26%) rispetto allo scorso esercizio, mentre la
componente di risparmio amministrato, positiva per circa 5,8 miliardi, ha mostrato una
flessione di circa 0,5 miliardi (-8%).

Al 31 dicembre 2020 la struttura distributiva del gruppo Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking si avvaleva di 5.741 private banker, con un portafoglio medio pro-capite pari a circa 45 milioni.

L’analisi dei principali aggregati del conto economico evidenzia che nel 2020 le commissioni nette sono risultate pari a 1.714 milioni, in marginale contrazione (-2%) rispetto al saldo di 1.747 milioni registrato nel 2019. Le commissioni nette ricorrenti, componente predominante (circa il 94%) del margine commissionale, sono ammontate a 1.603 milioni, in linea con lo scorso esercizio.

Infatti, l’effetto del riposizionamento della clientela su un product mix leggermente meno
favorevole è stato completamente compensato dall’impatto positivo riveniente dalla crescita delle masse medie di risparmio gestito che, nonostante la forte correzione dei mercati avvenuta nel corso del primo trimestre dell’anno, sono risultate superiori a quelle del 2019.

Anche nel 2020 il margine commissionale ha beneficiato in maniera del tutto marginale (19 milioni) del contributo riveniente da commissioni di performance.

Il margine di interesse, attestatosi a 196 milioni, ha evidenziato un incremento dell’11% rispetto allo scorso esercizio (177 milioni), grazie alla crescita dei volumi medi dei depositi a scadenza di tesoreria e al contenimento del costo medio della raccolta.

I costi operativi netti, pari a 601 milioni, hanno registrato una diminuzione di 8 milioni (-1%) rispetto all’esercizio 2019. L’analisi di dettaglio evidenzia che le spese del personale, pari a 346 milioni, si sono ridotte di 10 milioni in particolare per l’accentramento di alcune funzioni di controllo presso Intesa Sanpaolo a decorrere dal 1° settembre 2019.

A fronte di ciò, le altre spese amministrative, pari a 198 milioni, sono rimaste invariate in quanto i maggiori oneri rivenienti dall’aumento del costo del service con la stessa Intesa Sanpaolo e da spese per info-provider sono stati interamente compensati da minori oneri indiretti del personale e dalla riduzione dei servizi resi da terzi. Le rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali sono risultate pari a 57 milioni (55 milioni nel 2019).

Il cost/income ratio è risultato stabile al 31%, mantenendosi su livelli di assoluta eccellenza.

Il risultato della gestione operativa si è fissato a 1.343 milioni, sostanzialmente in linea con
il 2019 (-1%). grazie alla forte resilienza delle componenti “core” dei ricavi e al contenimento dei costi operativi.

L’utile netto consolidato è risultato pari a 817 milioni, evidenziando una misurata contrazione rispetto al 2019 (-10%) legata prevalentemente alla presenza di oneri aventi natura per lo più non ricorrente quali incentivazioni all’esodo, oneri di ristrutturazione e oneri di integrazione connessi a recenti operazioni straordinarie.

I coefficienti patrimoniali consolidati di Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking si
posizionano molto al di sopra dei livelli minimi richiesti dalla normativa. In particolare, al 31 dicembre 2020 il Common Equity Tier1 ratio consolidato è risultato pari al 21,9 per cento.

Tommaso Corcos, Ad e Dg di Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking, ha commentato: “Nel 2020 la nostra Divisione ha saputo proseguire lungo il suo percorso di crescita: il totale delle masse amministrate ha raggiunto i 257 miliard e la raccolta netta quasi 12 miliardi.

Sono risultati importanti che dimostrano come il nostro modello di servizio sia resiliente e capace di generare valore in ogni condizione di mercato, anche in un anno contraddistinto dalle incertezze socioeconomiche, dovute all’emergenza sanitaria.

In un contesto così impegnativo, l’acquisizione della partecipazione di maggioranza in REYL & Cie SA e l’arrivo dei colleghi di Ubi Top Private e di IWBank hanno già iniziato a portare contribuiti in grado di accrescere ulteriormente il valore delle nostre reti”.