L’UE starebbe valutando la possibilità di costruire una fonderia avanzata di semiconduttori in Europa per ridurre la dipendenza dall’Asia e dagli Stati Uniti nella fabbricazione di chip necessari per sistemi wireless 5G, auto connesse, computer ad alte prestazioni e altre tecnologie.
In particolare, secondo Bloomberg, l’obiettivo sarebbe quello di produrre semiconduttori con caratteristiche inferiori ai 10 nanometri, eventualmente fino a 2 nanometri, riprogettando una fonderia esistente o costruendone una nuova.
Il piano consentirebbe di contrastare l’attuale carenza nel mercato dei semiconduttori, che sta condizionando soprattutto l’industria automobilistica, ma anche altri settori come quello degli smartphone.
Negli ultimi 20 anni le aziende europee hanno fortemente esternalizzato la produzione di chip a colossi come Samsung e Taiwan Semiconductor Manufacturing. Al momento l’Europa pesa meno del 10% in termini di produzione globale di processori e microelettronica, ma intende quantomeno raddoppiare questa quota.
L’alleanza europea sui chip prevede un investimento iniziale combinato tra pubblico e privato fino a 30 miliardi di euro, non molto superiore alle capex annunciate da TSMC per il 2021, ovvero 28 miliardi di dollari.