Banca Ifis ha archiviato il 2020 con un margine di intermediazione pari a 467,8 milioni (-16,2% rispetto al periodo di confronto), negativamente influenzato dagli effetti della crisi pandemica.
“L’emergenza sanitaria Covid-19 ha generato una contrazione dei margini in tutti i settori, in particolare in quelli dove l’operatività è legata al sistema giudiziario. Le attività la cui operatività è legata ai tribunali, sono state dapprima bloccate durante il lockdown e poi hanno subito pesanti rallentamenti, generando difficoltà nel procedere per le vie
giudiziali al recupero dei crediti, difficoltà riflesse anche in rettifiche addizionali per 22,8 milioni”, spiega una nota.
“A ciò si aggiunge il previsto minor contributo del rilascio della PPA (57,5 milioni rispetto a 69,8 milioni dell’esercizio precedente), nonostante alcune significative accelerazioni effettuate nell’ultimo trimestre”, aggiunge la nota.
Il margine di intermediazione del segmento Npl è sceso a 162,9 milioni (-33,5%), mentre quello relativo al settore Commercial & Corporate Banking è calato a 222,7 milioni (-8,6%). Il margine di intermediazione del settore Governance & Servizi e Non Core si è fissato a 82,2 milioni (12,3 milioni nel periodo di confronto).
Il margine di interesse è sceso a 381,7 milioni (-16,8%) e le commissioni nette sono diminuite a 74,9 milioni (-20,4%).
Dopo oneri operativi saliti a 308 milioni (+4,4%), il risultato lordo di gestione si è fissato a 159,8 milioni (-39,3%).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 68,8 milioni (-44,1%), dopo avere contabilizzato rettifiche su crediti salita a 91,4 milioni (+4,8%), di cui 31,5 milioni riguardano accantonamenti addizionali su posizioni in bonis nei settori maggiormente esposti agli effetti della crisi pandemica e dei correlati interventi governativi a sostegno dell’economia (moratorie), che non permettono allo stato di cogliere in modo preciso i vari aspetti di rischio nonché il trasferimento tra diversi stati di rischio di credito. L’utile netto è risultato superiore ai target previsti per fine 2020.
A livello patrimoniale, al 31 dicembre 2020 i crediti verso la clientela si fissano a 9,1 miliardi (+19,44% rispetto a fine 2019), mentre la raccolta da clientela ammonta a 5,5 miliardi (+3,5% rispetto al 31 dicembre 2019).
Sul fronte della solidità patrimoniale, a fine dicembre 2020 il CET1, senza considerare gli effetti del consolidamento nella controllante La Scogliera, si fissa al 15,47% (14,28% al 31 dicembre 2019).
“La banca ha affrontato e gestito con efficienza la situazione derivante da un contesto macroeconomico senza precedenti ed è oggi ben posizionata per affrontare i prossimi mesi e cogliere le opportunità di crescita della ripresa economica attesa a partire dal prossimo anno”, ha spiegato l’Ad Luciano Colombini.
“Nel 2020, la redditività e il recupero dei crediti non performing hanno dimostrato una forte resilienza e nel contempo sono stati migliorati la qualità degli attivi e i requisiti patrimoniali.
Nonostante la seconda ondata di Covid-19 che ha interessato anche il nostro Paese a partire dal mese di ottobre, Banca Ifis ha chiuso il 2020 con un utile d’esercizio di 68,8 milioni, un risultato superiore alla guidance di agosto 2020 stimata tra i 50 e i 65 milioni.
Tutti i trimestri dell’anno 2020 sono stati profittevoli sebbene siano state fatte rettifiche e accantonamenti addizionali per complessivi 76 milioni per far fronte all’atteso deterioramento della qualità degli attivi nel business commerciale e/o a tempi più lunghi e recuperi leggermente inferiori nel settore Npl per effetto della pandemia”, ha aggiunto il manager.