Banca Mediolanum ha archiviato il 2020 con commissioni nette ricorrenti pari a 841,5 milioni (+0,7% su base annua) e con un un utile netto di 434,5 milioni (-23,2%), principalmente per minori performance fee, particolarmente elevate nel 2019.
“In un anno così difficile segnato dalla pandemia del Covid-19 Banca Mediolanum consegue risultati comunque eccellenti: a cominciare dal patrimonio della clientela, pari a oltre 93 miliardi, in crescita del 10 per cento.
È con queste parole che Massim Doris, Ad di Banca Mediolanum, ha commentato i conti del 2020.
“Inoltre, l’entità dell’utile di esercizio ha beneficiato della crescita delle masse in gestione, della raccolta in polizze protezione e non ultimo del buon livello del margine da interessi, in aumento nonostante le condizioni di tassi sfavorevoli, grazie al sostegno delle erogazioni alla clientela.
Tutto ciò si riflette in una solida posizione di capitale, con un CET1 ratio al 20,4% che tiene conto anche della generosa proposta di dividendi”, ha aggiunto il manager.
Le commissioni nette ricorrenti sono leggermente salite a 841,5 milioni (+0,7%), con quelle di gestione salite a 1.061,3 milioni (+3,4%) grazie alla crescita delle masse. Includendo quelle di performance, scese del 63,9% da 424,8 milioni a 153,6 milioni a causa dell’andamento negativo dei mercati soprattutto nei primi tre mesi, le commissioni nette totali si sono fissate a 995,1 milioni (-21,1%).
Il margine di interesse è cresciuto a 247,7 milioni (+3,6%), grazie all’aumento degli impieghi alla clientela, in particolare retail.
Per contro, la correzione dei mercati a livello globale per via della pandemia ha impattato in sulla valutazione degli investimenti al fair value (-3,7 milioni). È anche venuta meno la presenza dell’Equity Contribution a seguito della riclassifica a inizio anno della partecipazione in Mediobanca.
Dopo costi operativi aumentati a 616,5 milioni (+4,3%), il risultato lordo di gestione è stato pari a 620,5 milioni (-33,6%), con l’impatto dei costi legati a Flowe, nuova iniziativa che ha raggiunto in pochi mesi oltre 660 mila clienti, e i maggiori contributi ordinari al sistema bancario che sono stati attenuati dalle forti efficienze di costo operate dal gruppo e, dopo rettifiche su crediti salite a 19,7 milioni (+3,1%), l’utile netto è ammontato a 434,5 milioni (-23,2%).
Dal lato patrimoniale, a fine dicembre 2020 gli impieghi salgono a 57,4 miliardi (+11,7% rispetto al 31 dicembre 2019), supportati da maggiori crediti verso clienti (+14,3% a 28,1 miliardi rispetto a fine 2019).
In aumento la raccolta a 36,5 miliardi (+14,1% rispetto al 31 dicembre 2019), al cui interno la raccolta da clientela cresce a 25,8 miliardi (+8% rispetto a fine 2019).
Sul fronte della solidità patrimoniale, il CET1 al 31 dicembre 2020 si fissa al 20,4% (19,5% al 31 dicembre 2019).