Iniziative Bresciane – Accelerare lo sviluppo del portafoglio idroelettrico per continuare a crescere

Completare gli iter autorizzativi e concessori in corso, concludere i cantieri relativi alle centrali autorizzate, e scouting di possibili operazioni di sviluppo per linee esterne. Sono questi i punti saldi della strategia di Iniziative Bresciane per continuare a crescere facendo anche leva su un track record più che ventennale nell’idroelettrico. Un gruppo che ha superato indenne un 2020 inevitabilmente condizionato dalla pandemia e che guarda al futuro con atteggiamento positivo anche grazie al recente rafforzamento patrimoniale.

“Rendere operativi gli impianti idroelettrici autorizzati, completare gli iter concessori e studiare le opportunità di sviluppo esterno”. Sono queste le aree di intervento su cui il gruppo bresciano è focalizzato per proseguire il percorso di crescita, forte di un’esperienza più che ventennale nel mondo delle rinnovabili e dei solidi risultati già raggiunti.

Nel primo semestre 2020, infatti, il balzo della produzione di energia idroelettrica (+11,5% a/a a 80,8 GWh), nonostante il calo dei prezzi medi dell’energia venduta a causa del lockdown imposto dalla pandemia, ha fatto crescere i ricavi del 2,1% a 9,2 milioni, riverberandosi sulla gestione operativa (Ebitda +5,4% a 6,5 milioni, Ebit +15,7% a 3,1 milioni) e sull’utile netto di gruppo (+12,1% a 1,5 milioni).

Numeri a testimonianza di un’attività che non ha subito particolari riflessi negativi legati all’emergenza sanitaria e che portano Iniziative Bresciane ad avere “una visione dei prossimi 18-24 mesi positiva in termini sia di ripresa del valore dell’energia, sia di sviluppo del business e di rafforzamento dei parametri economici di Gruppo”.

Il tutto potendo contare anche su una importante patrimonializzazione grazie all’accordo di investimento siglato con la controllante Finanziaria di Valle Camonica e con Dolomiti Energia Holding, che ha visto introitare nuove risorse per oltre 25 milioni.

Alberto Rizzi, DG della capogruppo Finanziaria di Valle Camonica, illustra le priorità strategiche

“Mettere in funzione le centrali idroelettriche autorizzate; completare gli iter autorizzativi e concessori in corso; valutare le opportunità di crescita esterna”.

Sono queste, afferma Alberto Rizzi, Direttore Generale della capogruppo Finanziaria di Valle Camonica (FVC), “le priorità strategiche su cui lavoriamo e che ci consentiranno di continuare a crescere consolidando i risultati finora raggiunti”.

Strategie grazie alle quali Iniziative Bresciane (INBRE) guarda con fiducia al 2021, dopo il positivo andamento del primo semestre 2020 che non ha subito impatti significativi dalla pandemia.

Mettere in funzione le centrali idroelettriche autorizzate

Gli sforzi di INBRE si concentrano innanzitutto nel “portare a termine la realizzazione degli impianti idroelettrici, che hanno ottenuto le relative concessioni e autorizzazioni, e metterli successivamente in funzione una volta connessi alla rete elettrica”, spiega Rizzi.

In particolare, delle 23 centrali in corso di costruzione, pari a una potenza di concessione complessiva di 11,8 MW, “6 impianti entreranno in funzione nel primo trimestre di quest’anno”, prosegue il DG aggiungendo che “nel giro dei prossimi diciotto mesi diventeranno operativi i 12 impianti sul fiume Arno di titolarità della partecipata Iniziative Toscane, per una potenza di concessione complessiva di circa 9,5 MW”.

Una pipeline di progetti in continuo progresso e che, proprio a fine gennaio, ha visto 1,9 MW rientrare nel contingente di potenza previsto per impianti del Gruppo “B” (impianti idroelettrici e a gas residuati), indicato nel quarto Bando del D.M. 4 luglio 2019 (cd. Decreto FER 1), per beneficiare della tariffa incentivata del GSE. Aggiudicazione che, considerata anche quella di due iniziative entrate nei precedenti registri e delle 12 iniziative sul fiume Arno, fissa a circa 11,8 MW la potenza complessiva incentivata.

A ciò si aggiunga anche la recente entrata in funzione, nel rispetto delle tempistiche realizzative previste, degli impianti “Urago DMV” e “Palosco DMV”, siti nei Comuni bresciani di Pontoglio e Palazzolo sull’Oglio, per complessivi 461 KW, di titolarità proprio di Iniziative Bresciane.

Completare gli iter autorizzativi e concessori in corso

Parallelamente, la società intende “completare gli iter istruttori ancora in corso, ottenendo quindi le relative concessioni e autorizzazioni per poi procedere con la cantierizzazione dei progetti”.

Tuttavia, sottolinea il manager, “ciò implica un certo grado di aleatorietà circa il buon esito delle procedure autorizzative, oltreché tempistiche più lunghe rispetto alla messa in esercizio degli impianti già concessi, ma siamo fiduciosi di ultimare gli iter in un orizzonte temporale ragionevole, in un clima di massima collaborazione con le Autorità competenti”.

In particolare, il portafoglio di iniziative per lo sviluppo di nuove centrali idroelettriche vede 2 impianti concessi ma in attesa di autorizzazione alla costruzione, per circa 0,8 MW, e ben 22 impianti i cui iter concessori sono ancora in corso, per complessivi 12 MW.

Pertanto, considerando anche le 30 centrali operative e le 23 in corso di costruzione, il Gruppo può contare su un significativo parco impianti di potenza di concessione totale pari a 51 MW.

Valutare le opportunità di crescita esterna

Il terzo pilastro strategico è rappresentato dall’analisi delle molteplici opportunità di sviluppo esterno offerte dal mercato in cui il gruppo bresciano opera, oltre che a nuove iniziative.

“Abbiamo sempre ritenuto molto importante valutare con attenzione le occasioni di crescita per linee esterne”, infatti, ribadisce Rizzi, “stiamo portando avanti lo studio di dossier su impianti esistenti che ci vengono proposti per la creazione di possibili sinergie”.

Attività che non si è interrotta neppure nello scorso 2020, inevitabilmente condizionato dall’emergenza Covid. E ora, la società è al lavoro per la concretizzazione di accordi di sviluppo e partnership nel realizzare una serie di iniziative.

La ricerca di sinergie produttive è stata peraltro un elemento chiave dell’accordo di investimento siglato con FVC e Dolomiti Energia Holding (DEH) che ha portato lo scorso novembre al rafforzamento patrimoniale di INBRE con l’integrale sottoscrizione di due aumenti di capitale, il primo riservato a DEH, per complessivi 17,35 milioni, che è venuta così a detenere il 16,53% di INBRE, e il secondo in opzione per 7,99 milioni.

Infatti DEH, con cui INBRE collabora da una decina di anni per il trading dell’energia, “riconosce in noi un’esperienza e un know-how importante nella gestione di piccoli impianti e vede delle potenziali sinergie in area trentina, dove è proprietaria di alcuni impianti di piccola taglia” spiega il DG. E proprio in Provincia di Trento, nel Comune di Peio, INBRE gestisce due impianti importanti a valle dei bacini di DEH.

I risultati del primo semestre 2020

Nei primi sei mesi 2020 i ricavi netti consolidati sono aumentati su base annua del 2,1% a 9,2 milioni, grazie al positivo andamento della produzione di energia (+11,5% a 80,8 GWh) che ha più che compensato il calo dei prezzi medi dell’energia venduta, in conseguenza del lockdown dovuto alla pandemia che ha determinato una forte riduzione della domanda di energia.

Il margine operativo lordo è salito del 5,4% a 6,5 milioni, con un’incidenza percentuale sui ricavi netti pari al 71%, in miglioramento di 220 basis points.

A valle di ammortamenti e svalutazioni ridottisi del 2,4% a 3,5 milioni, l’Ebit ha registrato un progresso del 15,7% a 3,1 milioni, con il corrispondente margine salito di 390 basis points al 33,3%.

Il risultato netto di pertinenza del gruppo è salito del 12,1% a 1,5 milioni, anche in presenza di una minore imposizione fiscale (tax rate sceso al 36,8% dal 40,5%). In miglioramento anche il net margin, passato dal 14,6% al 16%.

Sul fronte patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2020 era pari a 68,9 milioni, in aumento di circa 3,4 milioni rispetto a 65,5 milioni di fine 2019 (71,0 milioni al 30 giugno 2019). A maggio 2020 sono stati erogati dividendi pari a circa 2,5 milioni.

Prospettive positive per i prossimi 18-24 mesi

Facendo un’analisi a consuntivo dello scorso anno, puntualizza il manager, “possiamo affermare di non avere subito particolari riflessi negativi legati all’emergenza sanitaria, né dal punto di vista del fatturato né della produzione”.

Certamente, “abbiamo avuto un rallentamento nella realizzazione delle nuove centrali idroelettriche a causa della sospensione dei cantieri per un paio di mesi, ma abbiamo ottenuto dal GSE una proroga di un anno dei termini per il conseguimento della tariffa incentivante”, cosa che “ci permetterà di ultimare i lavori con una tempistica adeguata e senza affanni”.

“L’unico aspetto non positivo”, precisa Rizzi, “è stato il crollo del valore dell’energia”, che tuttavia “ha per noi un’incidenza complessivamente poco significativa e che quindi non ha registrato effetti sfavorevoli”.

Su questo fronte, però, la società ritiene che quest’anno, qualora il problema Covid non dovesse nuovamente degenerare, “il prezzo dell’energia potrebbe riprendere quota rispetto ai valori minimi del 2019, contribuendo quindi concretamente ai risultati del Gruppo”.

Pertanto, “la nostra visione dei prossimi 18-24 mesi è positiva sia in termini di ripresa del valore dell’energia, sia in termini di sviluppo del business, grazie all’entrata in funzione dei nuovi impianti, e di rafforzamento di tutti i parametri economici di Gruppo” conclude Alberto Rizzi.

Borsa

INBRE capitalizza attualmente circa 86 milioni e, nonostante i volumi ridotti, risulta la società a maggiore capitalizzazione tra le Utility e Rinnovabili del mercato Aim Italia.

Nelle ultime 52 settimane il titolo ha complessivamente sovraperformato il Ftse Aim Italia. Nel periodo, infatti, le azioni della società presieduta da Battista Albertani, dopo avere toccato un minimo di 12,45 euro il 30 marzo 2020 nel pieno della pandemia, hanno messo a segno un deciso recupero che le ha portate a toccare un massimo di 18,02 euro lo scorso 17 agosto, per attestarsi ora in area 16,60 euro, in progresso del 11,9% a fronte del +1,2% riportato dall’indice di appartenenza.

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